Margherita Buy: «Ho vinto le mie ansie, facevano male alle persone a cui voglio bene»

Ieri ha presentato alla Festa del Cinema il suo film d'esordio alla regia, "Volare"

Margherita Buy: «Ho vinto le mie ansie, facevano male alle persone a cui voglio bene»
di Gloria Satta
Mercoledì 25 Ottobre 2023, 06:35 - Ultimo agg. 26 Ottobre, 08:49
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Margherita Buy regista debuttante strappa risate e applausi alla Festa di Roma. Volare, nelle sale a febbraio prossimo, è una commedia «totalmente autobiografica» centrata su una delle fobie più ingombranti che nella vita affliggono la signora del cinema italiano: la paura di prendere l'aereo. E nel film, Margherita prende in giro le proprie nevrosi: interpreta infatti un'attrice famosa penalizzata dal terrore di volare (che la porta a rinunciare a un importante film in Corea a beneficio della rivale Elena Sofia Ricci, spiritosissima nel ruolo) ma decisa a guarire frequentando un apposito corso a Fiumicino dove avrà per compagni una serie di personaggi ansiosi e ansiogeni, tutti esilaranti.

Nel cast Anna Bonaiuto, Francesco Colella, Giulia Michelini, Euridice Axen, Maurizio Donadoni, Giada Colucci.

Sul red carpet, splendida 61enne, Buy è stata scortata dagli assistenti di volo Ita, la compagnia di bandiera che organizza i corsi anti-panico. Tra il pubblico c'era anche Nanni Moretti che stasera proietterà al Nuovo Sacher Volare seguito dall'immancabile dibattito.

Il film l'ha aiutata a superare la paura dell'aereo?
«Al 50 per cento. Ho preso un volo per Londra, è un buon inizio».

Perché, dopo tanti film girati da protagonista, ha sentito il bisogno di debuttare nella regia?

«È stato un salto nel vuoto ma la storia, nata da un corso contro la paura di volare che ho veramente frequentato, è talmente mia che mi sarebbe dispiaciuto vederla raccontata da altri. Avrebbe rischiato di perdere la leggerezza e l'ironia che per me erano imprescindibili».

E cosa, nella nuova veste, ha scoperto di sé?
«Che adoro dirigere gli attori e loro, incredibilmente, mi danno retta. Sul set ci vuole amore: ho provato a non essere prevaricante come tanti registi maschi che ho avuto, tutti smaniosi di imporre il loro potere. Sono nevrotica, ma questa volta ho cercato di non esserlo».

Il personaggio più insopportabile è un critico cinematografico: una vendetta?
«Le recensioni su di me di solito sono positive, lo riconosco, ma ho sempre avuto paura del giudizio degli uomini. Ricordo il terrore che mi incutevano già i nomi dei grandi critici italiani: Kezich, Cosulich, Rondi... Dipende da mio padre che è stato molto severo nei miei confronti».

Ora, passata dietro la cinepresa, ha paura delle critiche?
«Non così tanto, sto diventando più sicura».

Intende dire che ha perso la proverbiale ansia che ha connotato tanti suoi personaggi?

«Sto attraversando una trasformazione. Dirigere un film mi ha aiutata a ritrovare l'incoscienza giovanile, ho vinto molte insicurezze. Mi avvio a diventare coraggiosa, ho sempre meno paura degli spostamenti e dei cambiamenti».

E com'è arrivata a questo traguardo?
«Ho capito che il mio modo di essere ha nuociuto anche agli altri. Rimanere incastrata nelle mie ansie ha fatto stare male molte persone a cui voglio bene».

Come mai per il ruolo di sua figlia ha scritturato la sua vera figlia Caterina De Angelis?
«Non solo perché è un'attrice molto brava (è stata lanciata da Verdone nella serie Vita da Carlo, ndr) ma anche perché tra di noi esiste una grande conoscenza sotterranea. Ha solo 22 anni, ma a volte mi fa da madre: magari si rivolge a me con rabbia ma dice sempre cose intelligenti e mature. Qualcuna l'ho messa nella sceneggiatura che ho scritto con Doriana Leondeff e Antono Leotti».

È vero che girerà un film intitolato Devitalizzare e dedicato a un'altra sua paura, quella del dentista?
«È presto per dirlo. Intanto un fatto è sicuro: questa prima esperienza mi è piaciuta da matti, è la cosa più divertente che ho fatto nella vita».

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