Se n'è andato in modo discreto, perché la discrezione era il suo stile di vita, quasi in punta di piedi. Antonio Di Fiore era l'amico (e anche un po' il papà) dei cani del Frullone, a Miano: di quelli più sfortunati perché senza padrone e senza una casa. Ne ha accuditi oltre un centinaio fino all'altra notte, quando la morte lo ha sottratto ai gesti di quotidiana beneficenza che garantivano dignità, alimentazione e rispetto per la colonia canina che era riuscito a creare (non senza difficoltà) a pochi passi dalla stazione della metropolitana.
Amore e passione pura, quella per gli animali, che Antonio aveva sin da bambino. Dirigente di aerea del Comune di Napoli, apprezzato e ben voluto da tutti, viene presto conosciuto come "l'amico dei cani".
Emblematica la vicenda di Cesare, un meticcio abbandonato buonissimo e affettuoso: Antonio lo assistette fino al giorno in cui l'animale è salito sul Ponte dell'Arcobaleno, e quel giorno - per perpetuarne il ricordo - Di Fiore gli dedicò una targa commemorativa che è ancora posta all'ingresso del deposito Anm del Frullone. «Antonio era una persona speciale - ricorda chi lo ha conosciuto, chi lo ha incontrato ogni giorno, domeniche comprese, nella colonia che aveva creato - e aveva una generale vocazione a dedicarsi all'aiuto e soccorso degli animali più bisognosi e sfortunati». Sarebbe bello sperare che qualcuno possa raccogliere, ora, il suo testimone. Perché il suo impegno, la sua vita, resta un esempio di come si possa amare veramente gli animali.