Leone, il gattino scuoiato vivo: «Questo dramma ci insegni a rispettare gli animali»

Intervista al presidente e legale rappresentante dell’Associazione Nazionale Protezione Animali della città di Napoli Vincenzo Desidery

Leone, il gattino scuoiato vivo ad Angri
Leone, il gattino scuoiato vivo ad Angri
di Clara Lacorte
Martedì 9 Gennaio 2024, 13:00
5 Minuti di Lettura

Centinaia di commenti, like, condivisioni e visualizzazioni hanno inondato la foto del piccolo Leone adagiato tra fiori e fasciato da garze che non sono servite a salvargli la vita. Leone è il gattino scuoiato vivo da un gruppo di sconosciuti e trovato in fin di vita dai volontari del canile di Cava dei Tirreni ad Angri, in provincia di Salerno.

La sua storia ha fatto il giro del web ed ha commosso, in pochissimo tempo, tutti per la sua voglia di rimanere aggrappato alla vita e di resistere alla crudeltà umana. Fin quando, qualche giorno dopo la brutale e bestiale aggressione mentre tutti erano con il fiato sospeso, Leone non è più riuscito a portare avanti la sua battaglia. Le ferite che gli erano state inferte erano troppo gravi per permettergli di sopravvivere.

Leone è stato ritrovato scuoiato in una strada del comune di Angri, nei pressi dei Monti Lattari, domenica 10 dicembre 2023. Ancora vivo, ma in gravissime condizioni è stato soccorso e trasportato con urgenza presso l’Ambulatorio Veterinario Asl di Cava de’ Tirreni. Qui si sono fin dal primo istante presi cura di lui, cercando in tutti i modi possibili di salvargli la vita. Il suo nome non è stato scelto a caso. Fin da subito gli è stato attribuito il nome del re della Savana, dell’animale più coraggioso e forte che per eccellenza rappresenta la grinta e la tenacia. Nonostante le cure meticolose dei veterinari, il piccolo Leone non è riuscito a sopravvivere, ma la sua morte non è stata vana. Ha suscitato, infatti, nei giorni appena successivi un’ondata di rabbia e dissenso senza precedenti. Nella città di Angri, i cittadini hanno organizzato una fiaccolata in suo onore per gridare ed esprimere il dolore che non ha lasciato certo indifferenti.

Video

«Purtroppo la violenza sugli animali è ancora troppo presente. Un atto vile che viene commesso ai danni di animali di affezione. Vanno realizzate ulteriori tecniche di controllo ed inasprite le pene. Ciò che è successo a Leone è indescrivibile, si spera in una pena esemplare nei confronti di chi ha commesso questo gesto. Inoltre, mi auguro che venga fatta, qualora venga identificato, una perizia psichiatrica perché un soggetto del genere è pericoloso non solo per gli animali, ma per l’intera comunità» spiega il presidente e legale rappresentante dell’Associazione Nazionale Protezione Animali della città di Napoli Vincenzo Desidery.
 

Le atrocità subìte dal piccolo Leone hanno lasciato senza parole l’opinione pubblica, ma la violenza sugli animali non è certo una novità. Quando parliamo di violenza bisogna pensare anche alle disastrose condizioni in cui riversano alcuni animali nei macelli e negli allevamenti intensivi ed anche a tutte quelle violenze che avvengono all’interno delle mura domestiche. Infatti, non sempre le violenze sono quelle che i media riportano in prima pagina e che interessano per lo più animali randagi, ma tante segnalazioni vengono fatte anche per vessazioni all’interno di famiglie che dovrebbero prendersi cura dei propri animali domestici ed invece gli trattano come oggetti.

«Riceviamo ogni giorno tantissime segnalazioni e facciamo attività quotidianamente stando vicino agli animali, in particolare a coloro che hanno bisogno di assistenza e cure. Collaboriamo in stretto contatto con le Asl Veterinarie che spesso sono oberati di lavoro e versano in serie difficoltà a causa delle tante segnalazioni e richieste. Con la nostra associazione, inoltre, stiamo costruendo un gattile con l’obiettivo di aiutare non solo gli animali, ma anche le istituzioni a gestire tali problemi» afferma Vincenzo Desidery.
 

La cronaca è purtroppo piena di violenza nei confronti degli animali. Recentemente un gruppo di ragazzini ha pubblicato un video in cui prendevano brutalmente a calci un micio, senza neanche rendersi conto della gravità della loro azione scellerata.

Ancora più recentemente, durante i festeggiamenti di Capodanno, un uomo ha ferito gravemente un gatto sparandoli una serie di petardi vicino al viso. Il risultato di tale gesto, assolumentamente incommentabile, è stato la perdita della vita del piccolo micio ed una commozione celebrale che non lo renderà più stesso di prima. Il tutto per assecondare atteggiamenti di follia per i quali è perfino difficile trovare le parole per esprimere l'indignazione.

Ma il problema principale è che non si tratta di episodi isolati, sono atti che avvengono con sempre maggiore frequenza e ci ricordano che tutto parte dalla sensibilizzazione. I ragazzi vanno educati a trattare gli animali con rispetto ed amore e non vedere in loro i peluche con i quali magari giocavano da bambini. La sensibilità al dolore fisico e psicologico di un animale è esattamente la stessa degli esseri umani. Ovviamente ciò non riguarda solo gli adolescenti in quanto il mondo degli adulti può dimostrarsi ancora più feroce. 

«È altrettanto però necessario inasprire le pene contro chi usa la violenza verso degli esseri che ci donano soltanto amore, che sono indifesi. In una società sana queste cose non possono accadere. In più vanno dati maggiori poteri alla Guardie Zoofile, in quanto spesso molte violenze avvengono in proprietà private» conclude Vincenzo Desidery.

© RIPRODUZIONE RISERVATA