Festival di Cannes 2023, ultime emozioni con Alice Rohrwacher e Jane Fonda

Stasera il gran finale con Kaurismaki, Loach e Wenders tra i favoriti

Isabella Rossellini, Alice Rohrwacher, Alba Rohrwacher e Carol Duarte a Cannes
Isabella Rossellini, Alice Rohrwacher, Alba Rohrwacher e Carol Duarte a Cannes
di Titta Fiore
Sabato 27 Maggio 2023, 08:00 - Ultimo agg. 18:46
5 Minuti di Lettura

Alice, 41 anni, osserva il mondo con sguardo appartato, gira film non lontano dalla casa di campagna dove è cresciuta, si confronta con la cultura del mito classico, filtrata però da un sottile umorismo contadino. Jane, prossima agli 86, ama le sfide e ha cercato la libertà da un cognome impegnativo andandosene in giro per il mondo, si è scoperta femminista ai tempi di «Barbarella», pacifista contro la guerra in Vietnam e ora si batte come una leonessa per il clima. Rohrwacher e Fonda accendono gli ultimi fuochi delle emozioni in un festival che ormai aspetta solo il verdetto. Stasera il gran finale, con Kaurismaki, Loach e Wenders tra i favoriti dalla critica internazionale, Glazer in pole position e con gli ottimi piazzamenti di Bellocchio e Rohrwacher (mentre su Moretti la stampa si è divisa).

Poetico, metafisico, surreale, «La chimera» di Alice Rohrwacher, accolto con lunghi applausi in proiezione ufficiale, racconta un viaggio «tra passato e presente, sopra e sotto, aldiqua e aldilà» e poi «il mistero dell'invisibile e il rapporto con l'universale». La regista deve molto a Cannes che l'ha accolta dal primo film, «Corpo celeste», e premiata per «Le meraviglie» e «Lazzaro felice», e si sa che il delegato generale del festival, Frémaux, stravede per il suo cinema venato di realismo magico. Con «La chimera» Rohrwacher si è calata nel mondo dei tombaroli di reperti etruschi degli anni Ottanta, collegati a misteriosi ricettatori e all'ambiente dei grandi mercanti d'arte. Il protagonista della storia, Arthur (lo interpreta Josh O'Connor, Il principe Carlo di «The Crown») è un archeologo che «sente» le tombe, come un rabdomante l'acqua, ma non lo fa per soldi. Innamorato di Beniamina che non c'è più, cerca una porta sul sovrannaturale che possa collegarlo a lei, un filo rosso capace di ricongiungerli, come gli chiede di fare la mamma della ragazza scomparsa (Isabella Rossellini, perfetta nel ruolo). 

Il mito di Orfeo e Euridice, le atmosfere di «Cime tempestose», echi felliniani e pasoliniani, la bellezza della natura e la bruttezza dell'animo umano: difficile costringere «La chimera» nelle maglie di un genere. «Volevo fare un film libero dalle catene della narrazione dettate dai nuovi canoni» spiega la regista, «il cinema è libertà, non ha ganci, deve incantare, ammaliare, far riflettere. Ho immaginato una storia ancorata al locale ma con un protagonista straniero in omaggio al Grand Tour e alla fascinazione per la cultura mediterranea e le sue antichità». Nel cast del film anche Alba Rohrwacher in un ruolo-sorpresa e Vincenzo Nemolato che porta al collo un ciondolo a forma di fallo apotropaico («è contro il malocchio»). All'energia di Italia, «una scappata di casa» che costruisce una comunità in una stazione dismessa, impersonata da Carol Duarte, Alice affida la speranza del film: «Magari fallirà, ma prova a costruire un mondo nuovo con quell'attitudine alla vita che hanno solo le donne».

Ma che cos'è la chimera del titolo, Alice? «Per i tombaroli è il maledetto bisogno di ricchezza che affligge l'umanità». E per lei? «La consapevolezza di vivere in un paese incredibile, un paradiso che cerchiamo con ogni mezzo di trasformare in un inferno».

Splendente in tutte le variazioni del grigio, dai capelli ai mocassini bicolore, bellissima, Jane Fonda ha tenuto banco nell'ultimo incontro del festival dedicato alle leggende del cinema con una verve invidiabile, sempre sul pezzo, sempre ironica. Il suo segreto? «Anni fa ho fatto un intervento di chirurgia plastica ma non ne sono molto, soddisfatta, ho una truccatrice bravissima, dormo molto, mangio sano, faccio sport, ma soprattutto sono curiosa ed è questo che mi fa stare bene». 

Gli anni Sessanta di «Barbarella» con il marito Vadim in Francia, i ruoli sexy, la fama, poi la guerra in Vietnam con le sue atrocità, l'impegno politico: «A Parigi conobbi dei soldati americani, sentii i loro racconti, decisi che dovevo fare qualcosa. Tornai negli Stati Uniti e misi la mia visibilità al servizio della causa. E così cambiai vita». Tre mariti («ma solo da single mi sono sentita davvero libera»), due Oscar («per “Una squillo per l'ispettore Klute” passai una settimana tra le prostitute di New York»), i partner («ero innamorata di Robert Redford, ma non gli piaceva baciare nei film, con Alain Delon, invece, bellissime scene d'amore»), un padre mitico, Henry, il MeToo e l'ammirazione per l'Italia, «dove istruzione e sanità sono pubbliche»: oggi Jane Fonda si sente un'attivista e non una diva di Hollywood. Quindi, niente cinema: «Non ho tempo, sono troppo occupata nella lotta al cambiamento climatico. Mi impegnerò per far eleggere un presidente capace di fermare questa tragedia».  

© RIPRODUZIONE RISERVATA