Dal cartone animato a un'eroina in carne e ossa è un attimo per i creativi della Disney che, dopo il successo di «Crudelia» e «Pinocchio», «Maleficent» e «Mulan», ora puntano su un altro classico della loro library, «La Sirenetta», ispirato all'immortale favola di Andersen e, soprattutto, al musical animato di culto del 1989. Dietro la macchina da presa della nuova rilettura c'è Rob Marshall, l'autore di «Chicago» e «Il ritorno di Mary Poppins», un veterano del genere. Le musiche delle canzoni sono del premio Oscar Alan Menkel, con i testi di Howard Ashman e i nuovi testi di Lin-Manuel Miranda, il tre volte vincitore del Tony Award. Il film, girato tra gli studi Pinewood di Londra e le spiagge candide della Sardegna, arriverà il 24 maggio nelle sale distribuito da Disney Italia.
«Una sirena non ha lacrime, e per questo soffre molto di più»: si apre con una citazione della celebre fiaba la versione live action di Marshall. La storia, riletta nel segno dell'inclusione e della tutela delle diversità, non si discosta dall'originale, se non per piccole variazioni sul tema. La Sirenetta Ariel, tanto per dire, non ha più i capelli rossi e la pelle diafana, nei suoi panni, coda e squame lucenti comprese, c'è ora la giovane attrice e cantante afroamericana Halle Bailey, teen-star dalla voce potentissima nominata già sei volte ai Grammy con la sorella Chloe. Accanto a lei Jonah Hauer-King nel ruolo del principe Eric, mentre Javier Bardem è un possente Re Tritone, Melissa McCarthy la cattivissima strega del mare Ursula e Noma Dumezweni è la regina Selina, la saggia mamma dell'erede al trono dell'isola caraibica dove si svolge parte dell'azione. E dunque: la sirena Ariel, la figlia più ribelle del Re Tritone, desidera scoprire il mondo al di là del mare e, incurante dei rimproveri paterni, si avventura tra relitti di navi inabissate alla ricerca di emozioni nuove.
Bailey è stata la prima a sostenere il provino per il ruolo della Sirenetta e Marshall definisce quell'audizione «mozzafiato»: «Non potevo credere alla profondità, alla verità, alla semplicità e passione che ha aggiunto alla canzone, mi ha profondamente commosso» ha detto in più occasioni. E qui aggiunge: «Innanzitutto abbiamo deciso di ripartire dalla fiaba di Andersen perché ci siamo subito resi conto di come già nell'Ottocento fosse una storia molto contemporanea. La protagonista è una giovane donna che si sente fuori posto e che intraprende un viaggio di scoperta di sé in un altro mondo». Quanto a Javier Bardem, il Re Tritone, spiega di aver trovato una grande sintonia con la protagonista: «Il nostro legame si è sviluppato naturalmente, in fondo il mio personaggio non è che un padre che ama profondamente sua figlia. Ma il troppo amore le impedisce di essere libera e tutti ne pagheranno le conseguenze. A volte sono proprio i figli ad insegnare ai genitori che il vero amore consiste nel rispetto dell'altro».
Nel film c'è anche un po' d'Italia, grazie alle scene girate in Sardegna: «Per le sequenze sulla costa abbiamo visitato varie isole e alla fine abbiamo scelto la Sardegna perché aveva tutto» commentano Mashall e il produttore John de Luca: «Ha le acque e le spiagge più belle e perfino quell'asprezza dei paesaggi richiamati dalla favola di Andersen». Nella versione italiana Ariel ha le voci di Yana C per le canzoni e di Sara Labidi per i dialoghi, mentre il granchio Sebastian, consigliere del re, è doppiato da Mahmood.