“Mary e lo spirito di mezzanotte” al cinema: «Il mio cartone animato non è solo per bambini»

Enzo D'Alò porta al cinema il film tratto dal romanzo La gita di mezzanotte

Una scena del film «Mary e lo spirito di mezzanotte»
Una scena del film «Mary e lo spirito di mezzanotte»
di Francesca Bellino
Mercoledì 22 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 23 Novembre, 07:22
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Dopo dieci anni di lavorazione arriva finalmente domani nelle sale «Mary e lo spirito di mezzanotte», candidato all'Efa, l'Oscar europeo, prodotto, tra l'altro, con il contributo della Film Commission Campania. Enzo D'Alò, maestro napoletano dell'animazione, lo ha tratto dal romanzo La gita di mezzanotte (Guanda) di Roddy Doyle, e ha come protagonista un'allegra e vispa ragazzina di 11 anni con capelli rossi, lentiggini e occhi grandi e con un'incontenibile passione per la cucina per cui sogna di diventare una grande chef. «Il film è un cartone animato, non un film per bambini, è rivolto a tutti, adulti e piccini. Raccontiamo con sincerità, non in maniera favolistica, il cerchio della vita e il passaggio di valori e cultura tra diverse generazioni» spiega l'autore di capolavori d'animazione tra cui «La gabbianella e il gatto».

Al centro della storia ci sono le relazioni e i legami tra quattro generazioni di donne e il rapporto speciale che Mary ha con la nonna Emer che incoraggia il suo sogno.

Quando si ammalerà, la ragazzina dovrà superare numerosi ostacoli per proseguire il suo percorso, aiutata dal personaggio di Tansey che darà un tocco di magia alle vicende: rappresenta la memoria più arcaica a cui ancora attingere. Mary si trova così all'inizio di un emozionante viaggio, che supera le barriere del tempo, e che la condurrà verso il traguardo di una crescita sana e consapevole. «Nonna Emer è una donna molto attiva», afferma D'Alò, «ha il ruolo di trasferire le radici a Mary per darle la possibilità di guardare al futuro con la consapevolezza di chi sa di avere un passato. Le radici sono rappresentate dal cibo e in particolare dal libro di ricette che la nonna regala alla nipote. La cultura matriarcale è un antidoto a quella patriarcale, al maschilismo. Nella storia si valorizza anche l'importanza di imparare ad amare le persone anziane prima che non ci siano più e di costruire un rapporto tra nonni e nipoti basato sul trasferimento di cultura, gesto sempre più prezioso nelle nostre società omologate. Oggi più che mai abbiamo bisogno di utopie».

La sceneggiatura è stata scritta tra il 2015 e il 2017: «Prima del Covid, però sembra parlare con la voce di tanti nonni che hanno dovuto lasciare questo mondo senza l'umanità necessaria», spiega il regista che per scrivere ha collaborato con David Ingham e con lo stesso Doyle. «Roddy non è solo uno scrittore per ragazzi ma un narratore capace di andare in profondità, scavando dentro più livelli di lettura: scrive con gli occhi di un bambino. È molto contento del risultato, siamo anche diventati amici». Sullo sfondo delle vicende c'è il rigoglioso paesaggio estivo dai colori vividi dell'Irlanda, luoghi in cui Doyle è cresciuto. Musiche curate da David Rhodes, chitarrista e compositore vicino a Peter Gabriel e già autore della colonna sonora di «La gabbianella e il gatto». Due canzoni sono interpretate da Matilda De Angelis. «Anche la scelta della musica esprime l'idea di contaminazione culturale», conclude D'Alò: «La cultura è bella se non viene vista in maniera archeologica. Ho chiesto a David di unire il folk irlandese con elementi come la voce melismatica, le cornamuse, l'arpa celtica e l'ambiente contemporaneo inglese, mescolando suoni elettrici e acustici». 

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