«Bonasera regina», il videoclip di Raiz in anteprima sul Mattino

Viktoria Nowak balla leggera fra i preziosi cimeli del museo di San Gennaro

Viktoria Nowak balla leggera fra i preziosi cimeli del museo
Viktoria Nowak balla leggera fra i preziosi cimeli del museo
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Venerdì 22 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 23 Settembre, 19:40
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La voce è quella inconfondibile, scura, profonda, di Raiz, che soprattutto stavolta, però, ricorda di chiamarsi Gennaro (Della Volpe), vista che l'ha prestata al Tesoro di San Gennaro, alla colonna sonora dell'audioguida che accompagna le visite a Faccia Gialla. «Bonasera regina», il videoclip sarà oggi in anteprima su ilmattino.it, è una canzone-canzone, con la sua ieraticità verace che non si trasforma mai in preghiera, ma ha comunque qualcosa di liturgico, quantomeno di rituale.

Gennaro, si sa, nonostante le famose «parenti», non è un santo per vecchi e il suo hype non è mai stato così impressionante, anche tra i giovani, anche tra i non credenti. «Bonasera regina» rilancia, sulla musica di Antonio Fresa, compositore e pianista, anche lui napoletano e in un periodo di grande spolvero, la storia di Maria Teresa di Asburgo Lorena.

«La sinergia con Fresa è stata immediata ed è nata una bellissima collaborazione nella scrittura di questo brano», racconta il cantante: «Per il testo ho immaginato un dialogo tra Maria Teresa d'Austria e San Gennaro, tra la regina di corte asburgica, lontana dalla sensibilità del popolo e incapace di essere empatica, e il santo che, con forza e spontaneità, le offre i suoi suggerimenti per aiutarla nel rapporto con Napoli, le spiega come si può fare per essere simpatica ai napoletani.

San Gennaro è colui che conosce meglio di chiunque altro il popolo partenopeo. È un santo, ma anche il simbolo cittadino di una devozione laica che fa parte della nostra cultura popolare. Io mi chiamo Gennaro e sono nato qui, nel quartiere del Duomo e di San Gennaro». Appunto.

E conferma Fresa: «San Gennaro per i napoletani non è solo il santo patrono ma il riferimento spirituale più alto al quale ci si può rivolgere con una certa confidenza, parlandogli con il tu, confidando nella sua capacità di accogliere rassegnazioni, suppliche, sfoghi. Nelle liriche del brano si fa addirittura ambasciatore del suo popolo con i regnanti, porta un messaggio alla regina che non riesce a trovare la giusta empatia con il popolo. Se è riuscito nel 1500 a fermare la lava, figuriamoci se non poteva convincere Maria Teresa ad essere più schietta e diretta con i suoi sudditi».

Nel video, per la regia di regia di Luca Turco, la sensuale Viktoria Nowak balla (coreografie di Raffaele Irace) leggera fra i preziosi cimeli del museo, tra la mitra, la collana, i gioielli, gli ex voto.

«A Napule e santi e chiammammo pe' nomme e chi sta a Palazzo o parlammo cu o tu. Na faccia nun ce sta tale e quale a n'ata. Pecchè simme figlie e l'acqua salata. O munno accummencia e fernesce ind'a rena. Chi porta a Curona se l'ha da merita'. Si vulite capi' chesta terra mia pe' vuje songo Gennaro, pe' me site Maria», canta il patrono alla seconda moglie di Ferdinando II, che rimase vedovo di Maria Cristina di Savoia. Maria Teresa divenne sua sposa nel 1837 e tentò con il dono di un ostensorio al santo di conquistare la città. Era di argento dorato, impreziosito da brillanti, rubini, zaffiri e altre pietre preziose. Non bastò a rimpiazzare nel cuore dei sudditi/fedeli la regina precedente.

Nelle audioguide del tesoro «Bonasera regina» è in compagnia di voci narranti e di suoni (firmati Fresa): appartengono a Toni Servillo, Patrizio Rispo, Nunzia Schiano, don Riccardo Carafa d'Andria, Maurizio de Giovanni, Raiz, Pietra Montercorvino, Eugenio Bennato, Vincenzo de Gregorio, Maurizio Capone, Marco Zurzolo e l'Orchestra Giovanile Sanitansamble. 

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