Non è una reunion, per carità, «anche se abbiamo scoperto tornando insieme che niente era cambiato», dice Red Canzian, «a dicembre tutto sarà finito, ma... mai dire mai, magari ci rivediamo per il sessantesimo anniversario». Non è una reunion, per carità, «tutto è successo per caso, Amadeus ci ha voluti a Sanremo per parlare del docufilm Rai sulla nostra storia, ci ha fatti cantare, visto che c'eravamo abbiamo riempito San Siro, e poi l'Olimpico, e poi tre volte l'Arena di Verona». E poi - continua Dodi Battaglia - «è venuto fuori questo tour». Che non è una reunion, per carità, ma ci assomiglia molto, come sarà facile avere conferma anche stasera all'Arena Flegrea, o il 21 ottobre al PalaSele di Eboli.
«Restiamo sciolti, quella storia è finita, ma in tutte le storie finite ci sono code, dimostrazioni dell'amore che continua comunque», riflette il bassista. «Sciolti ma non disciolti», conferma il chitarrista, «perché se una stagione è finita un'altra è iniziata e siamo ancora qui».
Roby Facchinetti e Riccardo Fogli atterrano con loro a Capodichino, reduci dall'ennesimo sold out, nel teatro della Valle dei Templi, ad Agrigento.
L'ultima volta dei Pooh doveva essere quella del 30 dicembre 2016. «È stata l'ultima volta, poi ci sono state, e forse ci saranno ancora, delle nuove volte», sorride Canzian. «Non abbiamo bisogno di stare insieme, ognuno di noi ha i suoi progetti. Così se torniamo Pooh, se restiamo Pooh, lo facciamo per la musica, per il pubblico, per le emozioni, per l'adrenalina, per rivedere Napoli e ricordarci come ci avete accolto agli esordi», rilancia Battaglia.
Magari non saranno tutte rose e fiori, magari qualche battibecco sotto la cenere cova, eccome, ma l'immagine che i quattro danno è da recordman del nostro pop: «I cinquant'anni di "Parsifal", l'lp uscito a fine estate del 1973, ci hanno fatto ripensare a quella stagione, a quei "pezzottoni" lunghi e sinfonici, prog insomma, a cui abbiamo rinunciato, anche se per fortuna non del tutto, quando sono iniziati a fioccare i successi. Forse dovevamo continuare su quella strada, forse», ragiona il bassista, «ma non abbiamo mai smesso di suonare davvero. Tanti, in questi anni, hanno raccolto un pugno di hit e poi sono scomparsi. Noi siamo ancora qui». Sciolti, non disciolti. E con una reunion in incognito: «Non escludiamo un ritorno», sorridono in quattro.