Carlo Conti: «Sono stato pugnalato alle spalle, ma il tempo è galantuomo. Io via dalla Rai come Fazio? Per ora no»

Il conduttore si racconta

Carlo Conti: «Sono stato pugnalato alle spalle, ma il tempo è galantuomo. Io via dalla Rai come Fazio? Per ora no»
Carlo Conti: «Sono stato pugnalato alle spalle, ma il tempo è galantuomo. Io via dalla Rai come Fazio? Per ora no»
Venerdì 12 Gennaio 2024, 14:09
3 Minuti di Lettura

A pallone non lo sceglievano mai. E se lo facevano era sempre l'ultimo. E poi «non mi passavano mai la palla, mi annoiavo e allora a un certo punto mi mettevo a bordocampo e mi divertivo a fare la radiocronaca, facevo finta di essere il Nando Martellini della situazione, all’epoca era lui il commentatore della Nazionale». La fortuna di Carlo Conti è stata quella. Quella di non saper giocare a pallone. Nella vita, racconta al Corriere della Sera, «nessuno di loro è diventato calciatore, mentre io in qualche modo ho avuto la mia rivincita». La prende sul ridere il conduttore dei conduttori che ha scelto la Rai come seconda Casa. 

È cresciuto con Leonardo Pieraccioni, poi con Giorgio Panariello. «Sono cresciuto in trasmissioni dove non preparavamo niente, ho fatto tanti spettacoli nelle piazze, tante serate dal vivo dove ti può capitare di tutto e devi essere pronto a risolvere qualsiasi situazione.

Arrangiarsi è stata una gavetta fondamentale per imparare il mestiere».

E al Corsera confida anche di non amare mai lo scontro: «Non mi piace la rissa, preferisco la leggerezza e il gioco; anche i commenti pungenti di Malgioglio servono solo a dare colore». 

Ma Carlo Conti è stato mai pugnalato alle spalle? «Sì, è successo. Ma se uno mi pesta i piedi penso che non l’ha fatto apposta. Il tempo poi è galantuomo, io vado per la mia strada senza mai accusare o discutere con nessuno, vivo e lascio vivere. Il lavoro è importante ma non è al centro della mia vita». Quando smetterà Carlo Conti di condurre un programma lo deciderà il pubblico. Il suo pubblico. «Tutto quello che ho ottenuto è solo merito del pubblico che è l’unico vero grande sovrano del nostro mestiere». 

Video

Un mestiere che Carlo Conti fa da battitore libero. Senza mai nessun aiuto, nemmeno politico. «Mai, la mia forza è essere stato un battitore libero. Quando i direttori generali portavano il mio contratto in consiglio di amministrazione si guardavano intorno per capire chi potesse appoggiarmi: di chi è Conti? Io non sono mai stato di nessuno. Io mi occupo di leggerezza, il varietà non deve avere colore politico».

Carlo Conti ha appena rinnovato il suo contratto fino al 2026. Per il momento non farà la fine di Fabio Fazio: «Per ora no, poi del come diceva il mio illustre concittadino, Chi vuol esser lieto, sia: di doman non v’è certezza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA