Avellino, lupi sul podio per vedere la B

Ai playoff aumentano le chance di chi finisce in alto in classifica

Si festeggia la B
Si festeggia la B
di Marco Ingino
Giovedì 14 Marzo 2024, 09:10
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Per dare un senso a questo finale di stagione e riaccendere la fiammella dell'entusiasmo tra calciatori e tifosi basterebbe dare un'occhiata alle ultime 10 squadre promosse in serie B attraverso i playoff.

Quella che è quasi sempre definita come una “lotteria infernale”, in realtà, è quasi sempre stata vinta da chi al traguardo della stagione regolare si è classificato tra il secondo e il terzo posto. A dirlo sono i numeri che partono dalla stagione 2014/2015, passano per quella anomala del 2018/19 quando vennero promosse due squadre per la riforma del torneo cadetto e si chiudono con l'impresa del Lecco di un anno fa. Un cammino lungo quasi un decennio che soltanto nel 2014/15, quando trionfò il Como arrivato quarto, e nel 2017/18, con il Cosenza di Braglia che era giunto quinto, ha visto esultare squadre partite dalla fase a gironi e non da quella nazionale. Un dato di fatto certificato dalla promozione del Pisa nel 2015/16, che in campionato si era fermato al secondo posto, dal Parma dell'anno successivo, con i ducali arrivati anch'essi sul secondo gradino, nonché dallo stesso Pisa di Marconi, che nel 2018/19 giunse terzo e sbarcò in B insieme al Trapani di Vincenzo Italiano che nel campionato regolare del raggruppamento C era stato beffato al fotofinish dalla Juve Stabia.

I siciliani, malgrado i problemi societari, vinsero in finale contro il Piacenza. Il trend delle squadre che hanno poi avuto accesso alla cadetteria dalla porta secondaria non è mutato nemmeno negli anni successivi con l'altalena ristretta alle seconde e terze classificate. Mentre nel 2019/20 e 2020/21 è toccato alla seconde Reggiana e Alessandria, infatti, negli ultimi due campionati ad avere la meglio sono state le terze come il Palermo di Silvio Baldini e il Lecco dell'ex biancoverde Celjak.

I lombardi, però, va anche detto che in campionato erano giunti secondi a pari merito con il Pordenone ma retrocessi di una posizione per lo scontro diretto a favore dei friulani.

Contestualmente negli ultimi due anni le eliminazioni delle corazzate Catanzaro e Crotone, classificatesi seconde, avevano fatto sorgere più di una critica rispetto al lungo periodo di stop compreso tra la seconda fase nazionale, in cui entrano in scena, e la conclusione della stagione regolare. Perplessità, come detto, che sono smentite dai risultati dal momento che cinque volte su dieci in serie B è finita la seconda in classifica (Pisa, Parma, Trapani, Reggiana e Alessandria) di uno dei tre raggruppamenti, altre tre volte è toccato alle terze (Pisa, Palermo e Lecco), una sola volta la quarta (Como) e una sola volta la quinta (Cosenza).

Al di là di quella che è la casistica, dalla storia dei playoff si deduce che i vantaggi offerti dal regolamento alle migliori classificate finiscono spesso per fare la differenza nella parte cruciale degli spareggi promozione. Nella maggior parte dei casi, esattamente come capitò all'Avellino di Piero Braglia che disputò la seconda gara di semifinale interna contro il Padova senza elementi cardini come Carriero e Ciancio, chi arriva dalle qualificazioni si porta dietro stanchezza fisica, mentale e squalifiche che pesano eccome.

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Diversamente chi riposa, probabilmente anche troppo come le seconde, ha comunque la possibilità di entrare in scena nei classici quarti di finale con il vantaggio di essere testa di serie. Bonus che, in caso di parità di punteggio e di reti, dopo la gara di ritorno, consente l'accesso alla fase della final four senza passare per la lotteria dei calci di rigore. Bonus che nella seconda fase, oltre alle seconde classificate, potrà sfruttare anche la migliore classificata in campionato (spesso ne usufruisce la migliore terza) delle cinque che arrivano dagli ottavi di finale. Ecco perchè, sfumato il primo posto, il secondo resta un obiettivo da porsi. Per provare a raggiungere la promozione dalla porta secondaria.

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