Hai un'idea per una startup ma non sai
come realizzarla? Ci pensa l'incubatore

Hai un'idea per una startup ma non sai come realizzarla? Ci pensa l'incubatore
Lunedì 20 Ottobre 2014, 17:25 - Ultimo agg. 17:54
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​Non è facile trasformare il proprio sogno in realtà contando solo sulle proprie forze. Ad aiutare i giovani startupper di tutto il mondo, però, ci pensano gli incubatori: società che forniscono loro assistenza a 360°. A svelarne tutti i segreti è il professor Cantamessa, direttore dell'I3P, il miglior incubatore d'Italia.





Per creare la propria impresa e trasformarsi in imprenditori di se stessi non sempre bastano le proprie forze. E' bello e coraggioso, infatti, pensare di poter fare tutto da soli, ma soprattutto quando si tratta di qualcosa di veramente innovativo l'unico modo per spiccare il volo è chiedere aiuto. Proprio a questo scopo sono nati i cosiddetti incubatori d'impresa, spesso e volentieri all'interno delle maggiori università. Queste società, infatti, hanno l'obiettivo di aiutare il giovane startupper a 360 gradi, fornendogli spazi fisici, guide specialistiche e molto altro. Skuola.net ha intervistato il professor Cantamessa, direttore dell'I3P, l'incubatore numero uno d'Italia, che ha svelato tutti i segreti di queste società.



Ci può spiegare semplicemente cos'è un incubatore di impresa?



E’ una società che fornisce un supporto a chi vuole costituire nuove imprese, così da renderne più veloce l’avviamento e la crescita. I servizi forniti dipendono dall’incubatore, e possono includere consulenza strategica e specialistica, supporto alle attività di fundraising, reclutamento del personale e sviluppo commerciale. Inoltre, gli incubatori sovente forniscono spazi e supporto logistico. A seconda dell’incubatore, questi servizi vengono proposti in base al pagamento di un canone, oppure prendendo una quota societaria nella startup. In genere, gli incubatori pubblici o nonprofit prediligono la prima formula, mentre quelli privati e for profit la seconda.



Come si accede?



Si contatta l’incubatore e si chiedono informazioni. Alcuni incubatori ammettono i nuovi progetti in modo continuativo. Altri invece seguono un processo che segue determinate finestre tremporali.



Sappiamo che I3P è partner di Start Cup: di che si tratta?



Le Start Cup sono business plan competition organizzate in tutte le regioni italiane dagli incubatori e dagli Atenei aderenti all’associazione PNICube. Sono concorsi aperti a chiunque abbia in mente un’idea e un piano d’impresa che possa svilupparsi in collegamento con gli atenei associati. Non è quindi necessario che i partecipanti appartengano al mondo accademico, come studenti o ricercatori. Il circuito delle Start Cup regionali è, ad oggi, una delle più importanti business plan competition a livello nazionale, con più di 3000 partecipanti e 1000 idee d’impresa. I business plan che vincono le Start Cup regionali confluiscono poi nel Premio Nazionale per l’Innovazione, che va a premiare i migliori progetti d’impresa e li porta su una ribalta di livello nazionale e internazionale.



Come ci si presenta ad una competition per startup e cosa comporta vincerla?



Le competition per startup sono soprattutto occasioni di confronto, di crescita, e di visibilità. Ci si confronta con altre startup, alcune delle quali potenziali competitor, e con una giuria che è generalmente costituita da imprese e finanziatori, cioè rappresentanti di quei mercati (rispettivamente di beni e servizi, e finanziari) sui quali le startup devono confrontarsi per avere successo. Si cresce, perché si impara a descrivere e a presentare il proprio progetto d’impresa in modo sintetico e convincente. Si ottiene visibilità, perché chi assiste e chi è in giuria potrebbero essere interessati al progetto, soprattutto se vincente. Poi, le competition offrono anche dei premi, sovente in denaro. Tuttavia, i veri benefici derivano più dall’esperienza vissuta che dall’eventuale vincita del premio vinto. Per prepararsi bene, bisogna mettere a fuoco il proprio modello di business e, soprattutto, presentarlo in modo da superare “il test della nonna”: come diceva Einstein, “non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna”. Considerate poi che le giurie guardano in genere a tre fattori: la proposta di valore (il che include la tecnologia), il potenziale di mercato e il team. Ma, dei tre, il team è il fattore di gran lunga più importante.



Che tipo di vantaggi e servizi offrono gli incubatori?



Sarò un po’ brutale, ma pensare che si possa far nascere e crescere un’impresa da soli è una pia illusione, soprattutto se questa propone un’innovazione significativa. In genere, c’è bisogno di consulenza strategica e specialistica, c’è bisogno di attrarre persone di valore come co-fondatori o come collaboratori, e c’è soprattutto bisogno di collegarsi con clienti, fornitori e finanziatori. Questo è difficile se si è da soli, ma è infinitamente più facile se si cresce in un buon incubatore. Se volete, si può usare l’analogia del centro commerciale, nel quale una pluralità di buoni negozi (le startup) attira clienti (l’insieme di clienti, fornitori, finanziatori, collaboratori), e viceversa. Questo vale in tutto il mondo, ma soprattutto in un Paese come l’Italia, che è ancora un po’ pigro nei confronti di chi propone innovazioni.



Dove si trovano, in Italia e all’estero?

Nel mondo esistono tanti diversi incubatori, che seguono diversi modelli di business. In genere, i principali Atenei offrono servizi di incubazione d’impresa, e la classifica Ubiindex (www.ubiindex.com) indica quali sono i più attraenti. In Italia, la recente legislazione sulle startup ha anche previsto un accreditamento degli incubatori “certificati”, che sono quelli che dimostrano un livello organizzativo e un track record di buon livello. Lo si può trovare sul sito http://startup.registroimprese.it In ogni caso, a chi sta cercando un incubatore o un servizio di supporto per startup, suggerirei sempre di essere un “cliente esigente”, e di chiedere informazioni approfondite sulle effettive esperienze maturate, e sulle startup seguite in precedenza.



Sappiamo che I3P è stato riconosciuto primo tra gli incubatori in Italia da UBI. Ci può spiegare come ha raggiunto questo risultato?

Penso sia il frutto di una lunga esperienza, che risale al 1999, e di un modello di business “azzeccato”, che ha saputo coniugare un approccio fortemente imprenditoriale alla mission che si addice a un incubatore “pubblico e non profit”. Inoltre, di un sapiente e virtuoso “gioco di squadra” tra gli enti pubblici del territorio che sono soci di I3P. In più, I3P gode dei fattori che rendono Torino particolarmente attraente per lanciare nuove imprese high-tech: la disponibilità di competenze tecnologiche di alto livello a costi competitivi (grazie alla presenza del Politecnico di Torino e dell’Università di Torino), la presenza di un robusto tessuto industriale capace di collaborare in modo efficace con le startup e, non ultima, un’ottima qualità della vita a costi molto contenuti.