Energia pulita dal moto dei veicoli in autostrada: l'invenzione è tutta made in Italy

Il progetto nasce nel 2011 da Underground Tower in sinergia col Politecnico di Milano. Attualmente è ripresa da 20Energy

Energia pulita dal moto dei veicoli in autostrada: l'invenzione è tutta made in Italy
di Nicola Desiderio
Mercoledì 15 Novembre 2023, 14:06 - Ultimo agg. 16 Novembre, 07:45
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Tutte le attività umane hanno bisogno di energia, tanta energia.

Ma visto che in natura niente si crea e niente si distrugge, l’ingegno umano è da sempre a caccia di come produrre energia nel modo più efficiente e, allo stesso tempo, di come recuperarla. Tra le varie forme che l’energia può assumere, la più facile da riconquistare è quella cinetica, ovvero quella associata al movimento. Lo fanno già le auto ibride ed elettriche ogni volta che il loro guidatore solleva il piede dall’acceleratore e preme quello del freno, ma vi riescono solo in parte. E allora, perché non prendere quella parte di energia che si riversa sulle strade percorse ogni giorno da migliaia e milioni di veicoli? Da qui parte l’idea di alcune startup di sfruttare, in modo analogo a come si fa per le onde e le maree, tutta l’energia che andrebbe persa.

DOSSI RALLENTATORI

Una di queste è la lombarda Underground Power. Fu lei nel 2011, in collaborazione con il Politecnico di Milano e proprio ispirandosi ai sistemi di generazione marini, a ideare una pedana installata sotto dossi rallentatori che, attraverso gli scuotimenti creati dal passaggio dei veicoli, ne diminuisce la velocità catturando l’energia creata dalla decelerazione e dalla loro massa. Da qui l’idea di chiamare Lybra questa tecnologia che ha ricevuto numerosi riconoscimenti ed è stata anche sperimentata all’interno di parcheggi di centri commerciali, ma che non ha mai trovato il modo di passare dalla fase germinale a quella industriale. Ci ha allora pensato nel 2019 la 20energy, azienda di Spoleto, a riprendere tale tecnologia e a completarla – integrandola con nuove soluzioni per le quali è stato richiesto il brevetto – in modo da renderla più efficiente, applicabile e redditizia. È dunque partita una nuova fase sperimentale che ha coinvolto Autostrade per l’Italia, Autovie Venete e Terna. Anche in questo caso, sono arrivati riconoscimenti, come il Seal of Excellence della Commissione Europea che ha definito Lybra una tecnologia “disruptive”, e suscitato l’interesse mediatico addirittura da parte della CNN, che ne ha parlato come il complemento ideale dei sistemi di ricarica wireless annegati sotto l’asfalto.

Ci saranno dunque tratti stradali nei quali le auto potranno alimentarsi viaggiando e altri dove, rallentando, potranno restituire una parte dell’energia elettrica che hanno utilizzato per muoversi. Nel frattempo, idee simili si sono sviluppate anche per altri tipi di veicolo come, ad esempio, i treni.

LE METROPOLITANE

Il gigante ferroviario francese Alstom sta applicando in tutto il mondo, anche nella metropolitana di Londra e di Milano, HESOP, un sistema che permette di recuperare nella fase di decelerazione addirittura il 99% dell’energia accumulata dai convogli. L’energia dunque non va nelle batterie dei treni, come accade normalmente, ma viene restituita alla stessa rete ad alta tensione e messa a disposizione direttamente degli altri treni. In questo modo si riducono le perdite di efficienza e si taglia drasticamente la produzione di calore che, per essere gestito, avrebbe bisogno di ulteriore energia. Ci sono aziende che hanno sviluppato persino piastrelle in grado, attraverso effetti di induzione e piezoelettrici, di recuperare l’energia dei passi e del peso delle persone che vi camminano sopra. In questo modo, ogni luogo pubblico può diventare potenzialmente in un generatore di energia. Ci sono anche discoteche il cui pavimento trasforma l’allegria danzante dei propri avventori nell’energia che serve per la musica e le luci sfruttando principi analoghi a Lybra. Per l’azienda italiana dunque, insieme ad altre che puntano all’innovazione, si aprono nuove prospettive perché l’energia è lì, che ci aspetta, persino dove mettiamo i piedi e le ruote, e noi dobbiamo solo trovare la giusta rete per raccoglierla e farla nostra.

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