Tudor: «C'è poco equilibrio nella valutazione della rosa della Lazio, anche Sarri cercava di farlo capire...»

Le parole del croato nella conferenza stampa

Tudor: «Gli obiettivi della Lazio? C'è poco equilibrio nella valutazione della rosa»
Tudor: «Gli obiettivi della Lazio? C'è poco equilibrio nella valutazione della rosa»
di Valerio Marcangeli
Venerdì 3 Maggio 2024, 12:58 - Ultimo agg. 13:39
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Alla vigilia di Monza-Lazio, match che si giocherà domani alle 18 allo U-Power Stadium, ecco come si è espresso il tecnico dei biancocelesti, Igor Tudor, in conferenza stampa a Formello.

Che Lazio vuole vedere domani a Monza?
«Sarà una partita difficile come tutte in Serie A. Meno partite rimangono e più sono importanti, ognuno lotta per i suoi obiettivi e noi dovremo preparare la partita al massimo per fare il nostro meglio».

Zaccagni è recuperato a tempo pieno?


«Ha fatto mezz'ora nell'ultima gara, vedremo oggi come preparare la sfida di domani. È un giocatore importante, viene da un periodo problematico con gli ultimi infortuni, mancano poche gare e dobbiamo essere bravi a capire come utilizzarlo se dall'inizio o dalla panchina».

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Come ti regolerai con il rientro di Provedel?


«Provedel non è recuperato. Ha fatto 2-3 allenamenti con noi e uno che sta fuori due mesi è un grande dubbio anche solo portarlo in panchina, non per fare concorrenza per giocare».

Si può sognare la Champions o l'obiettivo è l'Europa League?
«Non so dove possiamo arrivare, noi possiamo fare un pronostico solo sulle nostre prestazioni. Questo è il nostro unico obiettivo: fare grandi prestazioni a cominciare da sabato. Poi i punti e i calcoli sono importanti, però come ho ribadito tante volte facciamo il nostro meglio poi calcoleremo i numeri alla fine. Fino all'ultima giornata non si saprà».

Domani conta solo vincere? E sulla staffetta Immobile-Castellanos...
«Che l'unico risultato per noi sia la vittoria è una tua opinione. Sulla staffetta Immobile-Castellanos vedremo oggi, sono tutti e due possibili titolari anche se questa parola conta fino a un certo punto.

Penso che è una crudeltà del calcio che bisogna sempre riconfermarsi, dopo 2-3 partite si può perdere il posto e questa è una cosa brutta, ma anche bella del calcio. La Lazio è arrivata seconda l'anno scorso, ma in pochi se lo ricordano, questo vale anche per i giocatori. Bisogna sempre confermarsi, questa è la vita del calciatore e va vissuta così».

Questa rosa poteva avere una classifica più importante?


«Quello che ho capito in questi 45 giorni qui a Roma è che c'è una grande passione e una grande appartenenza di chi ama questo club, penso però che essendo obiettivo, ed essendo arrivato da poco, c'è poco equilibrio quando si fa la comparazione delle rose. In Serie A ci sono 20 squadre e bisogna essere obiettivi nell'analisi della qualità della rosa, al 70/80% la qualità della rosa incide, il resto lo fa l'allenatore e la società. La qualità della rosa è fondamentale, io vedo che nel mondo Lazio manca obiettività nel capire la valutazione giusta quando si parla delle rose. Vedendo anche le prime conferenze di Sarri, lui provava a far capire questa cosa alla gente. Però quando c'è tanto amore, c'è meno obiettività. Un allenatore e un club devono essere sempre obiettivi e giusti, quando si carica qualcosa che non è collegato con l'obiettività non si fa una cosa giusta. Se mi viene chiesto di vincere i 100 metri, ma so di essere tra gli ultimi, non si fa una cosa giusta. Poi è giusto caricare l'ambiente e creare delle aspettative superiori per avere quella spinta in più, ma bisogna mantenere l'obiettività, altrimenti non si fa il bene del club. Ieri ho visto un ragazzo di 27-28 anni, un tifoso della Lazio, che mi ha detto che vuole vincere lo scudetto. Abbiamo parlato di questo tema, lui la vive con cuore ed è giusto così, ma poi ci vuole anche obiettività».

Un suo pensiero su Palladino?


«Lo conosco da bambino, lui era un primavera quando io ero alla Juventus e lo conosco. È sempre stato un ragazzo sveglio e curioso che si interessava a tutto, ha iniziato da poco questa carriera che è bella e affascinante. Sta facendo bene il suo percorso, domani mi aspetto una gara super difficile, loro sono ben organizzati con ottime qualità in fase offensiva. Dovremo fare una gara seria e sul pezzo».

Dal suo punto di vista che valore ha questa rosa?


«Non mi esprimo su quello, qualsiasi cosa dico creerebbe polemica. So dove va collocata la rosa della Lazio, per me è molto chiaro. L'obiettivo è sempre quello di fare meglio rispetto alla posizione dove si dovrebbe stare. Chiaramente la Lazio non era da secondo posto lo scorso anno, poi l'obiettivo personale di ogni allenatore è sempre quello di tirare fuori il massimo dalla rosa. Poi ci sono le altre squadre che magari fanno meno bene, ci sono sempre quelle dinamiche in un campionato. Se ogni squadra fa quello che deve 99,9% della classifica si sa a inizio anno. La bellezza del calcio invece è l'imprevedibilità che può fregare la gente e va oltre l'obiettività».

Quanto le darebbe fastidio se Atalanta-Fiorentina venisse recuperata troppo tardi?

«Ovviamente questa cosa di giocare quando hanno finito tutti non è giusto, e nemmeno regolare se vogliamo. Nel calcio italiano c'è da migliorare tanto. Capisco le difficoltà nel fare i calendari, ma bisogna fare meglio nel fissare le partite».

Qual è l'obiettivo col Monza?
«Ogni partita è davvero una battaglia a sé. Si lavora sempre su cose che si vogliono confermare, migliorare o aggiungere. La solidità difensiva sicuramente è bella, ma io ho lavorato per l'80% in quella offensiva. La difesa quindi dipende tanto dalla mentalità e domani sicuramente sarà una gara tosta come tutte le altre a fine stagione».

Zaccagni cerca troppo poco la porta?


«Lui ha fatto tanti gol negli anni precedenti, quindi non è che conclude poco, anzi. Poi è chiaro che se giochi più vicino alla porta è più facile che sei più decisivo. Poi durante una stagione devono giocare i più forti in entrambe le fasi. Lui, come ho già detto, può giocare in più ruoli. In più lui ha una grande qualità come quella di saltare l'uomo».

Su Rovella...


«Lui ha fatto un campionato interessante vedendo le gare prima che arrivassi io. Ha avuto questo infortunio importante al pube che lo ha rallentato, ma mi piace. Capisce di calcio, è tignoso, ha grande volume di corsa, ma deve mettere un po' di muscoli in più e sta facendo un percorso apposito. Poi un paio di volte gli ho spiegato che c'è gente che sta facendo bene e in questi casi è difficile farli fuori, quindi bisogna avere pazienza e sfruttare l'occasione quando arriva».

Cosa manca per avere prestazioni con più gol?
«Non lo so cosa manca, io mi metto solo a lavorare. Poi queste sono anche annate più complicate da quel punto di vista, ma sinceramente non manca molto. Poi qualche gol lo abbiamo fatto in queste sette gare, ma quello che conta è creare le occasioni. Noi lavoriamo per arrivare ad essere pericolosi, quindi paradossalmente è meglio quello che segnare. Siamo sulla strada giusta, abbiamo giocatori con il gol nel dna e sono convinto che l'attacco in queste gare ci darà una mano».

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