Pina, strangolata dal fratello: ha lottato cercando di difendersi

Pina, strangolata dal fratello: ha lottato cercando di difendersi
L'ha strangolata. Le mani strette al collo. Dopo un litigio violento avvenuto all'alba di giovedì Questa la ricostruzione dell'efferato delitto di Pina Bellizzi...

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L'ha strangolata. Le mani strette al collo. Dopo un litigio violento avvenuto all'alba di giovedì Questa la ricostruzione dell'efferato delitto di Pina Bellizzi la 78enne pensionata del Comune di Avellino uccisa dal fratello Luigi di 71 anni. L'uomo forse in preda ad un raptus, è sceso in strada ed è andato a casa del fratello Gennaro, 68 anni, che abita poco distante, in via Giulio Morra al Q9. A quel punto i due sono tornati al terzo piano della palazzina della cooperativa Aquilone, Gennaro non era ancora al corrente di quel che era accaduto. Dalle parole del fratello aveva compreso che la donna i fosse senta male. Invece, arrivato nell'appartamento ha trovato la sorella senza vita distesa sul letto. Il referto del medico del 118 parla di soffocamento. Presumibilmente causato dalla pressione delle dita dell'uomo. Si allontana l'ipotesi che sia stato usato un cuscino.


Aveva dei segni sul collo, ma anche il fratello Luigi aveva ferite al viso. A quel punto tra i due consanguinei c'è stata una discussione dai toni accesissimi e Luigi ha afferrato un grosso coltello da cucina lanciandosi contro Gennaro. L'uomo, geometra del comune in pensione, si è difeso riportando ferite alla mano sinistra, in particolare al quarto e quinto dito (ieri è stato operato al Moscati). Poi la fuga in cerca di aiuto. Luigi si è come placato quando è rimasto solo in casa con il cadavere della donna che aveva ucciso. «Per futili motivi», ha scritto il magistrato Vincenzo Russo che ha firmato il decreto di fermo ipotizzando per lui i reati di omicidio della sorella e tentato omicidio del fratello minore.
 
Per questa mattina è stato fissato l'interrogatorio di garanzia. Ieri mattina in carcere l'avvocato Roberto Romano aveva avuto modo di incontrare il suo assistito. «Era sofferente ancora in stato di confusione con i segni sul volto e diverse ecchimosi che fanno immaginare una colluttazione».

Tra l'altro l'uomo è stato refertato nel pomeriggio di giovedì dallo stesso medico legale che avrebbe notato le diverse ferite che aveva in volto e le ecchimosi sul corpo. In sostanza si tratterebbe della prova che ci sia stata una colluttazione, non è ben chiaro se con la donna o con il fratello a cui avrebbe sferrato diverse coltellate, raggiungendolo solo alle manie al collo ma in maniera superficiale.

Sono proprio le fasi precedenti all'uccisione di Pina Bellizzi e il lasso di tempo in cui l'uomo ha deciso prima di chiedere aiuto al fratello Gennaro poi di lanciarsi con furia omicida anche su quest'ultimo, ad occupare gli inquirenti.

Che ci fosse dell'astio tra i fratelli in articolare tra Pina e Luigi, tra l'altro, non era così evidente. Le voci su litigi continui non sono confermate, anzi c'è chi ha visto i due speso andare in giro per compere.

Da due anni Luigi viveva stabilmente nell'appartamento della sorella. Si era separato dalla consorte con cui viveva a Bologna, ma regolarmente le versava l'assegno di mantenimento. Non ci sarebbero dunque particolari problemi economici che avrebbero potuto scatenare la furia omicida. Nel passato di Luigi non c'è nemmeno una contravvenzione, dunque non ci sono - a quanto pare - elementi che potrebbero confermare una sua tendenza a delinquere.

Oggi dall'interrogatorio di garanzia si attende l'emissione dell'ordine di custodia cautelare in carcere. Si arriverà anche al provvedimento del magistrato riguardo alla salma che potrebbe essere liberata per consentire le esequie


Non dovrebbero esserci ulteriori accertamenti necroscopici. Non è la modalità dell'omicidio in senso stretto ad essere al centro dell'indagine. Si appuntano invece sulle le motivazioni gli interessi degli inquirenti. Cosa ha portato al tragico epilogo un diverbio tra familiari strettissimi, è il vero mistero da risolvere di questa tragedia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino