Clan Partenio 2.0, il filone politico: scattano nuovi interrogatori

Clan Partenio 2.0, il filone politico: scattano nuovi interrogatori
Inchiesta Clan Partenio 2.0, gli inquirenti sono concentrati sul filone politico per accertare eventuali connivenze tra amministratori e clan. Nelle prossime ore inizieranno...

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Inchiesta Clan Partenio 2.0, gli inquirenti sono concentrati sul filone politico per accertare eventuali connivenze tra amministratori e clan. Nelle prossime ore inizieranno le audizioni presso il comando provinciale dei carabinieri, per far luce sulle amministrative 2018 e la presunta capacità dei componenti del clan Partenio 2.0 di condizionare il consenso nelle urne a favore di alcuni candidati da loro sostenuti.Saranno ascoltate diverse persone, informate sui fatti, da parte degli uomini del nucleo investigativo coordinati dal capitano Quintino Russo.



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Il tutto per far luce sul filone del voto di scambio sul quale il clan, riorganizzato da Pasquale e Nicola Galdieri (entrambi in carcere ed accusati di turbata libertà degli incanti, estorsione, usura e associazione a delinquere di stampo mafioso) aveva dirottato i suoi interessi, così come accertato da alcune intercettazioni telefoniche effettuate dagli inquirenti. In due intercettazioni, datate 17 maggio e 27 maggio 2018, Pasquale Galdieri (tra i 23 arrestati), invita amici e familiari a votare Morano: «si è sempre messo a disposizione» e, nell'altra, legge un sms inviato a Morano in cui farebbe riferimento a una pratica a cui è interessato: «Mi raccomando Sabino non ti dimenticare della scuola media». Agli atti figura anche un'altra intercettazione, datata 29 giugno 2018, in cui Damiano Genovese e Sabino Morano, sempre secondo la Dda, entrano nei dettagli delle dinamiche camorristiche del clan Genovese e della situazione politico-amministrativa ad Avellino. Morano ha sempre respinto le accuse sostenendo di essere in grado di spiegare tutto e di poter dare la sua versione dei fatti agli inquirenti.

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Intanto l'Antimafia di Napoli ritiene che Morano avrebbe avuto un sostegno in cambio di interventi tesi a garantire l'esito positivo di alcune pratiche amministrative a cui il clan era interessato. Quel dirottamento, secondo gli inquirenti, ha «assunto le connotazioni di un vero e proprio condizionamento politico-mafioso». Dunque le indagini continuano celermente per stanare altri profili di responsabilità, così come gli interrogatori proseguono senza sosta per far piena luce su altri filoni dell'inchiesta coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli.

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Dieci giorni fa è stata ascoltata anche una donna che ha ricoperto un ruolo di coordinamento nella coalizione di centro destra a livello cittadino e provinciale e che ad avviso degli inquirenti avrebbe potuto contribuire a far luce sul filone voto di scambio politico mafioso nel corso delle elezioni comunali del 2018 di Avellino. La donna potrebbe aver fornito agli inquirenti ulteriori elementi per ampliare le indagini su questo filone per i quali sono indagati gli ex consiglieri comunali di Avellino della Lega, Damiano Genovese figlio del fondatore del clan Partenio, Amedeo Genovese, detenuto al 41bis nel carcere di Parma e Sabino Morano, quest'ultimo coordinatore provinciale della Lega, autosospeso dall'incarico dopo le prime perquisizioni. Intanto è stata depositata la consulenza tecnica effettuata sui cellulari dei tre custodi giudiziali, Alfredo Cavallo, difeso dall'avvocato Alfonso Laudonia, Luciana Zeccardo difesa dall'avvocato Benedetto De Maio e Leonardo Tammaro, difeso dall'avvocato Alberico Villani. Dall'analisi delle copie forense potrebbero emergere altri spunti investigativi. I tre custodi giudiziali (indagati a piede libero) sono finiti nell'inchiesta Nuovo Clan Partenio e sono accusati, a vario titolo, di turbativa, d'asta tentata e consumata, estorsione e associazione semplice dai pubblici ministeri della direzione distrettuale antimafia.
 


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Mentre si attende la relazione in merito alle copie forensi dei cellulari e pc riconducibili agli ultimi due indagati (entrambi indagati a piede libero ed accusati di tentata turbata libertà degli incanti e tentata estorsione, nonché per il reato di associazione semplice).
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Il Mattino