Carnevale ad Avellino, niente scherzi: bar deserti nella città gelata

Carnevale ad Avellino, niente scherzi: bar deserti nella città gelata
Coriandoli coperti da lastre di ghiaccio, dehors occupati solo da qualche temeraria coppia di innamorati che non ha rinunciato all'aperitivo nel giorno della festa di San...

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Coriandoli coperti da lastre di ghiaccio, dehors occupati solo da qualche temeraria coppia di innamorati che non ha rinunciato all'aperitivo nel giorno della festa di San Valentino, pochissimi bambini travestiti e niente sfilate di Zeze e carri di Carnevale.

Tra neve e gelo e divieti di feste all'aperto e al chiuso per scongiurare ulteriori contagi da Covid-19, quello 2021 resterà il Carnevale più triste della storia avellinese. Esattamente un anno fa in migliaia seguirono lungo Corso Vittorio Emanuele la tradizionale sfilata tra balli e canti: fu quella l'ultima festa di piazza prima che la pandemia imponesse anche in Irpinia prima il timore per un virus che appariva lontano, poi la serrata generale. «Nevica sul bagnato» è il commento sarcastico delle persone: la tripla festa di Carnevale, San Valentino e quella tutta avellinese del patrono San Modestino, rovinata dal freddo e soprattutto dall'impraticabilità delle strade e dei marciapiedi totalmente coperti da pericolose lastre di ghiaccio. Nessun assembramento in strada, davvero pochissimi i genitori che hanno concesso ai propri bambini una breve passeggiata in maschera, altri invece hanno preferito al travestimento carnevalesco tute da sci e divertirsi a giocare con la neve ancora morbida delle aiuole di Piazza Libertà. Corso Vittorio Emanuele ha iniziato a popolarsi, ma non certo a riempirsi, solo dopo mezzogiorno quando a far capolino dopo ventiquattro ore di temperature polari, è arrivato un po' di sole che, però, non è bastato a sciogliere il ghiaccio presente in modo massiccio lungo il salotto buono della città. Titolari di negozi e bar si sono dovuti armare di scope e badili per liberare gli ingressi delle proprie attività ed evitare capitomboli dei propri clienti. Lastre di ghiaccio si sono staccate dai palazzi del Corso, dove sono dovuti intervenire gli agenti della Polizia Municipale per limitare la zona con il nastro bianco e rosso ed invitare le persone a spostarsi sulla carreggiata centrale della strada, l'unica praticabile a piedi.

Quella che poteva essere una domenica di respiro per le attività commerciali si è trasformata in una festa in bianco in tutti i sensi. «Non è andata bene, ma con questo clima rigido c'era da aspettarselo - racconta Antonia Prete di Jigger Cocktail bar - Le persone hanno preferito restare a casa. Il problema restano però le ordinanze, regionali e nazionali, che creano solo confusione su orari e divieti. Dobbiamo essere sempre noi a dover avere il buon senso per andare avanti invitando i nostri clienti a mantenere le distanze, a non venire dopo le 18, ad indossare le mascherine. Una domenica di Carnevale che chiaramente ci aspettavamo sarebbe stata sottotono e senza sfilate, ma che il gelo e la neve hanno reso ancora più triste».

E la situazione è la stessa in tutti i principali bar della città: impossibile fare un paragone con gli incassi degli altri anni in questo giorno di festa. «Che sarebbe saltato anche il Carnevale purtroppo c'era da aspettarselo. Ormai non ci resta che accontentarci di quello che riusciamo a fare, nei limiti di orari di apertura e capienza del locale. Poi oltre il danno del Covid, è arrivata anche la beffa della neve e del freddo che chiaramente ha impedito la presenza in strada di bambini e famiglie e, dunque, di clientela per noi. Abbiamo anche dovuto provvedere a liberare dal ghiaccio il nostro ingresso perché non c'è stato un intervento del Comune sui marciapiedi e sulle aree pedonali. È mancata un po' di organizzazione, nonostante l'allerta meteo fosse stata diramata da tempo», spiega Arturo Greco dello storico bar gelateria «Nonno Arturo».

Quello a cui gli avellinesi non hanno rinunciato, è l'acquisto dei dolci tipici del Carnevale, chiacchiere, castagnole, migliaccio e pastiere di riso, ma anche di pasticcini a forma di cuore da poter regalare alla persona cara. «Non possiamo lamentarci, tutto sommato la clientela c'è stata. Ed è comprensibile perché i dolci, in questo momento drammatico, rappresentano un momento di conforto. Certo anche per le pasticcerie la ripresa è lenta, ancora non lavoriamo al cento per cento delle nostre capacità, ma nulla a che vedere con quanto stanno pagando i colleghi della ristorazione», è l'analisi di Carmen Vecchione di Dolciarte che auspica «la riapertura a cena, in città che si trovano in zona gialla come il caso di Avellino, con le stesse regole previste attualmente per l'apertura al pubblico ad ora di pranzo. Con mezza giornata di lavoro, il settore non può reggere ancora a lungo». 

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Il Mattino