Tandem Teora-Flumeri: «Così Irpinia autonoma sui rifiuti»

Tandem Teora-Flumeri: «Così Irpinia autonoma sui rifiuti»
«Serve investire sugli impianti. Non basta ampliare Teora per risolvere l'emergenza in modo definitivo. Ecco perché bisogna rivedere quanto prima un sistema che...

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«Serve investire sugli impianti. Non basta ampliare Teora per risolvere l'emergenza in modo definitivo. Ecco perché bisogna rivedere quanto prima un sistema che necessita di innovazione e di cambiamenti. Soltanto così l'Irpinia sarà autosufficiente».


È il messaggio che arriva da Nicola Boccalone, numero uno di IrpiniAmbiente. Appello che viene subito recepito dal presidente della provincia Domenico Biancardi, che lancia una proposta che nei fatti può chiudere, in modo definitivo, ogni problema rispetto alla questione rifiuti e soprattutto rispetto alla frazione umida.
 
Neanche l'ulteriore ampliamento dell'impianto di Teora che arriverà a 16mila tonnellate annue di organico trattato, infatti, basterà alla provincia di Avellino per essere autosufficiente, tenendo conto che ha un fabbisogno di 34mila tonnellate. Ecco perché il numero uno dell'ente di Piazza Libertà, in una visita tenutasi ieri in Valle Ufita, di concerto con l'amministrazione Comunale guidata da Angelo Lanza, ha pensato di investire sulla stazione di trasferenza di Flumeri per trasformarla in un moderno impianto non impattante dal punto di vista ambientale e così baypassare la tanto controversa ipotesi Chianche e precludere, in modo definitivo, ogni possibile emergenza futura: «Con questa nuova proposta dichiara Biancardi intendiamo coprire il cento per cento dell'umido, chiudendo così il ciclo a livello provinciale. C'è una grande attenzione per quest'area, dove abbiamo incontrato il primo cittadino, per proporre di bonificare l'attuale sito di trasferenza, luogo che deve essere restituito alla comunità e dove sono presenti importanti bacini idrici. Allo stesso tempo, però, abbiamo pensato di investire su un impianto che non così non si farebbe più a Chianche, ma nell'area Asi di Flumeri. Si tratterà ovviamente di una tecnologia innovativa che non avrà alcun impatto ambientale. La proposta ovviamente dovrà essere valutata dall'Amministrazione».

Se la soluzione all'imminente emergenza, dovuta al fermo del termovalorizzatore di Acerra, è far sostare le ecoballe per un mese in una piazzola vicina allo Stir di Pianodardine, per il futuro la Provincia e la società che si occupa dei rifiuti, pertanto, hanno già un piano per non farsi trovare impreparati. Dal 30 agosto al 12 ottobre, intanto, il presidente dell'ente di Piazza Libertà ha autorizzato la concessione d'uso temporaneo delle piazzole dell'impianto del capoluogo per lo stoccaggio di 3000 ecoballe, un numero importante, ma certamente inferiore rispetto a quante ospitate dallo stesso sito in passato. A confermarlo è il provvedimento di Biancardi in cui viene chiarito pure come i lavori di manutenzione straordinaria, previsti per l'area, prevedano una spesa complessiva di 354mila euro coperta dallaRegione.


Per quanto riguarda l'avvenire, una buona notizia arriva anche per Teora, dove sempre nella mattinata di ieri, il presidente Biancardi insieme a Boccalone, a una delegazione di consiglieri capeggiata da Fausto Picone e Rosanna Repole e al sindaco della comunità altirpina Stefano Farina, ha inaugurato il nuovo blocco dedicato al personale (composto da 2 uffici, 2 spogliatoi, 1 infermeria) che a regime potrà ospitare fino a 100 dipendenti con una superficie di circa 1500 metri quadrati. Un primo passaggio, quindi, verso l'ampliamento dell'impianto di compostaggio che «entro dicembre 2020 tornerà in esercizio come annunciato da Boccalone passando da 4 tonnellate di umido trattato, a 16mila annue, di cui 12mila costituite da rifiuti organici e 4 mila da strutturante, come vengono definiti in gergo tecnico gli scarti vegetali, gli sfalci, i ramagli e i fanghi biologici. La fase progettuale già si è esaurita e nella prima decade d'agosto inizierà quella relativa alla gara per un impianto già progettato e finanziato. L'obiettivo è non perdere altro tempo prezioso e rispettare le scadenze. Nonché quello di avviare quanto prima una politica di investimenti e ammodernare un sistema ormai superato, che necessita di essere al passo con i tempi. Su questo già stiamo lavorando e certamente non abbiamo intenzione di farci trovare impreparati». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino