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Che l'annata 2023 non sarebbe passata alla storia come una delle più semplici per i vignaioli irpini era cosa nota. Pioggia incessante tra maggio e giugno, sviluppo della peronospora, caldo torrido e le piratesche incursioni dei cinghiali, infatti, avevano già provveduto a causare danni enormi tra i filari, producendo perdite che, in certe aree, hanno raggiunto picchi dell'80%.
La poca uva rimasta, tuttavia, lasciava presagire un raccolto, benché esiguo, mediamente di buona qualità. Sabato scorso e anche ieri, però, una violenta grandinata ha messo fine ai sogni di diverse aziende, soprattutto nella media Valle del Calore. È il caso, ad esempio, della Cantina di Enza, realtà di Montemarano, gestita da Enza Saldutti. «La situazione - dice - era già pesante, perché su 5 ettari eravamo riusciti a salvarne un paio dalla peronospora. La grandinata, però, è stata devastante. Ancora non ho un stima dei danni - afferma -, attendo che si asciughi un po' il terreno per controllare, ma considerando che i grappoli erano già pochi, mi preparo al peggio».
Preoccupato si dice il presidente dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Avellino, Francesco Castelluccio. «I vigneti già provati dal forte attacco della peronospora - afferma - hanno dovuto subire la grandine che ha portato danni già visibili alla vegetazione verde, foglie e tralci, e che tra qualche giorno mostrerà i danni sugli acini».
Preoccupato si dice anche il presidente della Cia di Avellino, Stefano Di Marzo, in quanto «la situazione è estremamente complicata e molte realtà si ritrovano a fare i conti con un raccolto ormai compromesso». Purtroppo, sottolinea, «la vite era già stata ampiamente stressata per cui una grandinata così violenta, in grado di spaccare gli acini e mettere in moto processi ossidativi, a pochi giorni dalla vendemmia proprio non ci voleva». Adesso, perciò, è necessario intervenire in maniera energica. «Bisogna attivare il fondo di solidarietà nazionale e per farlo serve la dichiarazione dello stato di emergenza». Tutti gli amministratori locali, dunque, «devono fare pressione sulla Regione affinché si muova in questa direzione» perché «solo così potremo ottenere i fondi per ristorare le aziende che hanno subito i danni maggiori». Di misure straordinarie parla anche Gianni Fiorentino, dell'azienda Fiorentino di Paternopoli. «È un vero dispiacere - sottolinea - anche perché molti, al costo di enormi sacrifici, erano riusciti in qualche modo a combattere la peronospora e a salvare il raccolto. Perderlo poco prima della vendemmia è ancora più sconfortante».
Il Mattino