Evasi dal carcere minorile di Airola: dei due ancora nessuna traccia

Ricerche serrate tra Napoli e Castel Volturno

I due evasi dal carcere minorile di Airola
Continua la latitanza dei due detenuti scappati dal carcere minorile. Le ricerche proseguono, da oltre 48 ore, senza sosta. Sin da subito sono state diramate le foto segnaletiche...

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Continua la latitanza dei due detenuti scappati dal carcere minorile. Le ricerche proseguono, da oltre 48 ore, senza sosta. Sin da subito sono state diramate le foto segnaletiche e, da giovedì notte, sono in corso le attività di controllo delle forze dell'ordine su tutto il territorio campano attenzionando i luoghi di provenienza di Raffaele Buccino e Francesco Pio Capriglia, rispettivamente di Castelvolturno e Napoli. In particolare, sono state scandagliate anche le abitazioni delle loro famiglie ma dei due 21enni finora non c'è nessuna traccia.

Una fuga che, stando alle prime ricostruzioni, sarebbe avvenuta in pochi minuti. Ad accorgersene, intorno alle 2.15, è stato un agente di turno in portineria: l'uomo, visionando le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza, ha notato che la porta carraia era leggermente aperta, così si è insospettito e ha allertato i tre colleghi in servizio al piano superiore. A quel punto gli agenti hanno accertato l'assenza dei due detenuti che sono riusciti a scappare in silenzio, indisturbati. Uno dei due, circa un'ora prima di evadere, avrebbe chiesto una visita medica per il giorno successivo lamentando un forte mal di testa. Verso le 2 sarebbe stato effettuato il giro di ispezione notturno tra le celle: dormivano tutti, o almeno così sembrava. Probabilmente i due pregiudicati campani hanno aspettato la perlustrazione di routine per poi mettere a segno il folle piano.


Capriglia e Buccino erano compagni di cella e hanno lasciato il carcere con il tradizionale e vecchio metodo del lenzuolo, in piena notte. I giovani detenuti hanno raggiunto il cortile dell'Ipm calandosi dal secondo piano della casa circondariale caudina con l'aiuto di un lenzuolo ben annodato, una volta giunti nel giardino situato nella parte posteriore della struttura hanno forzato una porta di ferro e sono usciti, lasciandola socchiusa. Una «leggerezza» che avrebbe poi fatto scattare l'allarme. L'evasione è cominciata dal bagno della loro cella, attraverso una porta che, a quanto pare, già in passato sarebbe stata aperta da un altro detenuto che però in quel caso non avrebbe tentato di scappare.


Per Capriglia, accusato di rapina aggravata, non si tratta della prima evasione. Infatti, il 21enne è stato arrestato nel 2019, proprio dopo una latitanza durata tre mesi. Il giovane, originario dal quartiere partenopeo di San Ferdinando, era scappato dalla comunità in cui era stato collocato per poi essere rintracciato dai carabinieri di Frattamaggiore nei pressi dell'ospedale dove era ricoverata la fidanzata che, proprio in quei giorni, aveva dato alla luce il figlio del giovane pregiudicato. Il 21enne napoletano avrebbe finito di scontare la pena nel 2025, mentre il giovane originario del casertano, imputato di ricettazione, sarebbe tornato in libertà l'anno prossimo.


A lanciare un appello ai due giovani ricercati è stato il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello che li ha invitati a costituirsi quanto prima. «Sono due 21enni con alle spalle storie difficili, di famiglie disgregate. Li ho incontrati qualche settimana fa - ha raccontato Ciambriello - e ho anche rimproverato uno di questi perché era fuggito da una comunità. Sono stati condizionati dalla precarietà sociale, affettiva e familiare: una vita difficile non può essere una colpa e nemmeno un alibi ma richiama alla responsabilità più soggetti e più istituzioni: questi adolescenti vanno ascoltati». La fuga, secondo Ciambriello, rappresenta «la spia di un crescente disagio giovanile, non malavitoso, di chi è un adolescente a metà che va protetto e accudito».


Dopo l'episodio di giovedì notte i sindacati della polizia penitenziaria hanno nuovamente acceso i riflettori sui problemi della struttura detentiva sannita, le sigle sindacali hanno più volte denunciato le condizioni fatiscenti dell'Ipm di corso Montella. Nel frattempo, proprio per risolvere la problematica entro un anno dovrebbero aprire i cantieri per avviare i lavori di ristrutturazione dell'edificio dove attualmente sono reclusi 28 ragazzi di età compresa tra i 15 e i 25 anni. Un struttura che è stata definita «friabile» anche dal garante Ciambriello.
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Il Mattino