I medici: «Troppe criticità ora strategie condivise»

Confronto all'Ordine dei Medici con il manager dell'Asl

I medici: «Troppe criticità ora strategie condivise»
Grande partecipazione alla tavola rotonda organizzata all'auditorium D'Alessandro, sede dell'Ordinne di medici, per discutere delle criticità della medicina e...

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Grande partecipazione alla tavola rotonda organizzata all'auditorium D'Alessandro, sede dell'Ordinne di medici, per discutere delle criticità della medicina e delle prospettive future. La categoria è stata rappresentata da tutte le componenti mediche del territorio, costituite da specialisti ambulatoriali, medici di famiglia, di continuità assistenziale e dell'emergenza, pediatri di libera scelta e veterinari. Dall'incontro, organizzato da Luca Milano, medico di base e vicepresidente dell'Ordine, cui hanno partecipato Gennaro Volpe e Marco De Fazio, rispettivamente direttore generale e sanitario dell'Asl, e il consigliere provinciale Luigi Abbate, è emersa la volontà di Asl e medici di fare squadra per elaborare strategie condivise mirate a risolvere le criticità che la sanità sta vivendo. I punti salienti del summit riguardano soprattutto la gestione dei pazienti cronici e gli investimenti in personale, tecnologia e attrezzature di cui dotare la medicina territoriale, per ridurre il sovraffollamento delle strutture ospedaliere.

«Un punto importante da trattare spiega Abbate - è la gestione della cronicità, complicata dall'allungamento dell'età media dei pazienti, per cui sono sempre di più i pazienti fragili, pluripatologici che hanno un bisogno maggiore di assistenza sanitaria. Necessitano, inoltre, investimenti in tecnologia, attrezzature e personale per avviare un'efficace diagnostica di primo livello anche sul territorio. Le preoccupazioni nascono, tuttavia, dall'autonomia regionale differenziata e dal picco di pensionamenti con mancato reintegro di personale. Non serve colpevolizzare questa o quell'area della medicina, il Servizio sanitario nazionale funziona solo con la collaborazione di tutti. Serve, invece, investire in una vera integrazione ospedale-territorio, senza più perdere tempo: questa è sarà la mia battaglia. Ringraziamo il direttore generale dell'Asl Gennaro Volpe e il direttore sanitario Marco De Fazio per non essersi nascosti e aver accolto, invece, il nostro invito. Hanno avuto modo così di comprendere le nostre difficoltà, assicurando disponibilità nel perseguire strategie comuni per la risoluzione dei problemi».

L'idea di incontrarsi è nata dalla necessità di fissare un primo punto da cui partire per poter continuare a dialogare e allargare gli orizzonti a tutte le categorie interessate a perseguire obiettivi condivisi mirati a incidere in modo positivo sulle difficoltà dell'ospedale. «Noi medici dice Milano abbiamo avvertito la necessità di aprirci al dialogo per raccontarci le difficoltà che incontriamo quotidianamente. La prima necessità emersa è quella di essere liberati da carichi di lavoro impropri e dalle pratiche burocratiche che ci sommergono, partendo dalla semplificazione delle norma prescrittive fino alla compilazione di intere pagine di piani terapeutici che sottraggono tempo che potremmo utilizzare per ascoltare i pazienti ed effettuare le visite accurate. La nostra professione non è quella dei burocrati».

L'argomento ospedale ritorna anche in una nota del Movimento civico per l'ospedale d Sant'Agata de' Goti. «Quelli appena trascorsi - scrivono - sono stati giorni difficili per Sant'Agata, per cui, in un momento di emergenza e di dolore, abbiamo ritenuto opportuno abbassare il volume, senza trascurare gli aggiornamenti delle criticità sanitarie sul territorio e le segnalazioni che ci arrivano dal Rummo, che ci raccontano di condizioni al limite dell'umanità. Così, mentre l'assistenza ospedaliera beneventana è al collasso, nulla pare muoversi ancora per il presidio ospedaliero di Sant'Agata de' Goti. Sono passate due settimane dall'incontro tra il governatore, i vertici delle strutture sanitarie locali e una rappresentanza istituzionale del Comune. De Luca aveva richiesto a tecnici e dirigenti di presentargli una proposta seria, concreta e fattibile per il rilancio del Sant'Alfonso, nel più breve tempo possibile. Il timore è che si arrivi a una soluzione al ribasso per il nostro ospedale. Non lo permetteremo, per cui chiediamo a tutti i nostri rappresentanti istituzionali di prendere una posizione forte e decisa».
 

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Il Mattino