Rapinò l'edicola vicina al Rummo, condannato a tre anni e sei mesi

Rapinò l'edicola vicina al Rummo, condannato a tre anni e sei mesi
L'assoluzione, per non aver commesso il fatto, è scattata ieri pomeriggio davanti ai magistrati della sezione penale per Mirco Botticelli 26 anni, beneventano, mentre...

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L'assoluzione, per non aver commesso il fatto, è scattata ieri pomeriggio davanti ai magistrati della sezione penale per Mirco Botticelli 26 anni, beneventano, mentre una condanna di 3 anni e 6 mesi è stata inflitta a Luca Saviano 27 anni, anch'egli beneventano. Entrambi erano accusati di essere gli autori di una rapina avvenuta nel 2013 all'edicola tabacchi presso l'ospedale «Rummo».


 
Alla lettura della sentenza da parte del collegio presieduto da Maria Ilaria Romano con giudici a latere Andrea Loffredo e Angelina Russo, erano presenti sia Botticelli, attualmente detenuto per altro, sia Saviano. Il pubblico ministero Patrizia Filomena Rosa, nella sua requisitoria, ha ricordato come ci fosse stato un teste che si era autoaccusato di aver preso parte alla rapina. Dichiarazioni poi ritrattate e che a giudizio del magistrato non erano fondate. Pertanto ha chiesto la condanna di entrambi gli imputati a una pena di tre anni e otto mesi.
IL RAID
Botticelli e Saviano erano accusati di una rapina messa a segno, nell'agosto del 2013, all'edicola tabacchi Varrella in via Delcogliano. Un colpo che, però, fruttò, un bottino modesto: appena trecento euro. I due rapinatori indossavano jeans e felpe, avevano il capo coperto dai cappucci e i volti travisati da passamontagna. Nell'edicola entrarono armati di un coltello e di una pistola semiautomatica. E sotto la minaccia delle armi si erano fatti consegnare dal titolare il denaro prima di dileguarsi a piedi, dopo aver anche minacciato con un coltello una cliente. Qualche ora dopo gli agenti della Squadra Mobile arrestarono Botticelli. Poi la mattina successiva finiva in manette anche Saviano. Entrambi sono residenti a Pacevecchia, poco lontano dal negozio preso di mira. Saviano, dopo l'arresto, aveva ammesso di essere l'autore della rapina, non così l'altro arrestato che aveva sostenuto la sua estraneità al colpo. Ma sin dal primo momento c'era stata una terza persona, che si era recata in questura sostenendo di essere uno degli autori del colpo scagionando Botticelli. Gli inquirenti però non gli avevano creduto e avevano imputato sia Botticelli sia Saviano quali autori della rapina.
LA SVOLTA

Una svolta imprevista c'era stata nel corso del processo. Infatti alla vigila del verdetto il pm Patrizia Filomena Rosa aveva sostenuto di voler ascoltare, prima di pronunziare la requisitoria con le richieste di condanna per i due imputati, come teste colui che si era autodenunciato quale autore del colpo, accogliendo così una richiesta, che era stata avanzata del difensore di Botticelli, l'avvocato Antonio Leone. Il collegio giudicante aveva poi ascoltato il teste che in parte aveva ritrattato le precedenti affermazioni con cui si era autoaccusato. Ma proprio le dichiarazioni del teste sono state alla base dell'arringa dell'avvocato Leone, che ha invece ritenuto decisive le dichiarazioni con cui il teste si è autoaccusato. Da qui la richiesta di assoluzione di Botticelli. Il minimo della pena è stato chiesto dal difensore di Saviano, l'avvocato Stefano Sessano.
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Il Mattino