Teatro Romano, il futuro: arena per i festival d'estate

Teatro Romano, il futuro: arena per i festival d'estate
La «cura di bellezza» stavolta l'offre il governo. Almeno così è annunciato nella sventagliata di proclami del calderone Piano Rilancio. Come se la...

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La «cura di bellezza» stavolta l'offre il governo. Almeno così è annunciato nella sventagliata di proclami del calderone Piano Rilancio. Come se la riflessione in solitudine durante il lockdown a causa del Covid-19 avesse convinto anche i meno allenati a guardarsi dentro che qualcosa forse manchi alla costruzione individuale e collettiva. La cura di bellezza di cui parliamo, e chiarita dal premier Conte pur tra mille concessioni alle cosiddette irrinunciabili priorità, è infatti il recupero di attenzione per la parte più sacrificata dal maquillage produttivistico quotidiano, e cioè musei, siti d'arte, beni culturali che segnano la carta d'identità delle città. La promessa è che potranno giocare una partita diversa dal passato. Vediamo cosa sta accadendo intanto, e in attesa di piani finalmente strutturali, dalle nostre parti dove la serata di presentazione dei sei scrittori finalisti del Premio Strega al Teatro Romano ha ufficialmente aperto la stagione del dopo-virus e dato il via al lavoro degli «estetisti» locali tra i quali direttori artistici, amministratori, operatori istituzionali e cittadini. Il Teatro Romano, favorito peraltro dal fatto che si tratti di un'arena all'aperto (può ospitare, con distanziamento, fino a 450 spettatori), diventa in questa estate 2020 il polo intorno al quale ruoteranno gli eventi. Molti promossi dalla stessa struttura che già per questa mattina propone, dalle 9.30, visite guidate e intrattenimento musicale affidato al quartetto d'archi dell'Accademia di Santa Sofia. Porte aperte a tutti gratuitamente. La stessa modalità (ma con il presumibile pagamento del ticket) sarà ripetuta per il resto delle domeniche estive, allargando il campo delle proposte ad altre forme espressive.

 
«Sarà, nonostante la pandemia, e con le necessarie precauzioni e il rispetto delle disposizioni del governo dice il referente del Polo museale campano, Ferdinando Creta -, una estate come abbiamo sempre pensato debba essere in questo prestigioso teatro, un palcoscenico destinato agli spettacoli e agli eventi artistici. Prevediamo di operare secondo una logica di programmazione che possa valere ogni anno. Faccio un esempio, il giugno dei protagonisti della letteratura e di altre arti espressive, il luglio della musica, agosto invece dedicato al teatro con una incursione-evento da parte della lirica. In questo anno particolare è come se proponessimo un assaggio di quello che potrà diventare lo scenario, di qualità e di grande impatto, dal prossimo anno in poi». C'è da dire che il Teatro Romano sarà a disposizione degli eventi promossi dal Comune e da altre istituzioni, come il festival Bct che tra fine luglio e inizio agosto proporrà cinema e televisione attraverso i loro interpreti. Ogni sera sul palcoscenico del sito archeologico attori e registi che si racconteranno prima della proiezione dei film. Naturalmente stessa disponibilità per gli eventi inseriti nel cartellone di «Benevento Città Spettacolo» di fine agosto. Intanto dal 12 luglio i concerti dell'Orchestra Filarmonica di Benevento, e ad agosto il cartellone teatrale. «Settembre non passerà invano promette Creta -. Penso di raggiungere con Scabec Campania un'intesa per realizzare una rassegna e coinvolgere turisti. Parliamo, per tutti gli eventi e gli spettacoli di questa estate, di realizzazioni compatibili, per numero di interpreti e di scenografie, con le limitazioni dovute al rischio Covid-19».

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La città saluta con soddisfazione i primi visitatori (quasi tutti beneventani) dopo la riapertura, sia pure a regime ridotto, del museo del Sannio, Arcos, Sant'Ilario e museo diocesano. Ci si interroga con amarezza sulla incomprensibile persistenza dei lucchetti alle porte di Hortus Conclusus e area archeologica dell'Arco del Sacramento. Al Teatro Romano dal 2 giugno, data della riapertura, a oggi quasi mille i visitatori, entro fine mese si potrebbe eguagliare il record dello scorso anno di oltre duemila ingressi. Torniamo alla bellezza e ai «corpi» da curare. Appare evidente che il tema non sia tanto quello degli eventi ma dei loro palcoscenici. Non avrebbe alcun senso, nella prospettiva-dovere di una crescita civile e culturale della città, ritenere «missione compiuta» le ospitate dei vari attori o personaggi di grido (peraltro in genere interessati a proporre i loro prodotti) mentre magari non si ha alcuna cura, né tutela per i siti d'arte e i monumenti, e non si riesce a valorizzarli neanche a stretto giro, cioè nei confronti degli stessi cittadini, moltissimi inconsapevoli del consistente giacimento posseduto. La riproposta del «G8 Cultura» da parte dei Cinque Stelle (l'idea e l'insediamento sono del 2017 su iniziativa di Rete Campus) è un serio tentativo di recuperare il senso della politica dei beni culturali e delle strategie condivise per renderli asset di sviluppo in un quadro di pedagogia civile e di maggiore consapevolezza istituzionale.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino