Sacerdoti allo specchio tutto è come sembra

Don Roberto Malgesini, a sinistra, e il Cardinale Giovanni Angelo Becciu. Sotto, le lacrime di un immigrato dopo l'assassinio di Don Roberto
**Vaticano: Cardinale Becciu lascia, fondi e incarichi a fratelli dietro dimissioni chieste da Papa ** (Ansa 25.09.2020, ore 9.21) ...

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**Vaticano: Cardinale Becciu lascia, fondi e incarichi a fratelli dietro dimissioni chieste da Papa ** (Ansa 25.09.2020, ore 9.21)

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Due immagini di sacerdoti dal diverso destino, contrapposte in un unico gioco fotografico. Colpisce l'esile e disarmante semplicità di Don Roberto: una polo sgualcita, il Tau al collo, uno zaino con delle Palme su una sedia nella canonica della sua Chiesa di Como, dove è stato brutalmente ucciso. E colpisce la solennità del cardinale Giovanni Angelo Becciu, Prefetto per la Congregazione della causa dei Santi, potentissimo fino a ieri nella gerarchia Vaticana, costretto alle dimissioni (con rinuncia anche agli effetti del Cardinalato) da Papa Francesco: immortalato durante una cerimonia in Chiesa, posa austera ed eleganti abiti sacri, un Crocifisso d'oro, dietro un Carabiniere in alta uniforme a guardargli le spalle.

Che vite, che storie diverse dentro la casa Chiesa. Don Roberto, 51 anni, prete degli ultimi, attivissimo nell'assistenza e nel soccorso a diseredati e senza nulla, è stato ucciso da uno di loro, con evidenti turbe psichiche, mentre era impegnato nella sua missione giornaliera. Intepretava fino in fondo l'immagine di una Chiesa povera tra i poveri, cara al Pontefice che così intende lo spirito del sacerdozio. Non ha potuto difendersi, Don Roberto, non sappiamo nemmeno se sia riuscito a dire qualcosa all'uomo che aiutava da sempre e che, in preda a un raptus, l'ha colpito mortalmente, offuscato da chissà quali incubi. Il silenzio della morte. Tante le lacrime ai funerali, a cominciare da quelle dei tanti immigrati che aiutava senza sosta, e per i quali era in grado di moltiplicare i pochi beni di cui disponeva. Perché quando il tuo sogno è grande, voli alto anche con poco. 

Cardinal Giovanni Angelo, 72 anni ben portati, già sostituto della Segreteria di Stato dal 2011 al 2018, poi nominato da Francesco Prefetto per la Congregazione dei Santi, in ascesa tanto da far vociferare di una sua concreta "papabilità", è stato sostanzialmente licenziato dal Papa che viene dalla fine del mondo, per un'intrigata storia di investimenti, piattaforme petrolifere in Angola, fondi Cei e dell'Obolo di San Pietro, acquisto di lussuosi palazzi a Londra e, soprattutto, finanziamenti sospetti in direzione dei fratelli e delle loro coop. Subito dopo la clamorosa notizia solo tre parole di Becciu: «Preferisco il silenzio». Per poi dichiarare all'indomani: «Accuse surreali, non temo l'arresto. Fino a ieri mi sentivo amico del Papa». Sarà ora questione di procure vaticane, giudici italiani, e internazionali, finanziarie e immobiliari, intrighi difficili a morire a San Pietro. E, sullo sfondo, un Pontefice non domo ma sempre più stanco, mai allontanatosi di un passo dall'idea della «Chiesa ospedale da campo».

Sarà che a noi piacciono le sfide difficili, se non impossibili. Le storie dei pochi pazzi visionari che nella Chiesa, nella scuola, nella società, nel giornalismo, in politica, vanno controcorrente, contro i poteri forti. E, allo stesso tempo, impegnati ad occuparci soprattutto di vicende roboanti, personaggi ingombranti, promesse e annunci grandiosi, finendo per scoprire e raccontare - assai spesso - storie di assoluta pochezza umana.

Mai come stavolta, allora, nel leggere i particolari della storia tutta potere, finanzieri e soldi con la “benedizione” (laica) di un quasi ex Cardinale, andiamo con convinzione - e più piacere - a ricercare i motivi dell'impegno di Don Roberto. Ce lo ricorda chi - nel momento più buio - cita Martin Luther King e sa darci linfa per immaginare un mondo che, nonostante tutto, possa continuare ad avere ancora speranza.
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«Se il vostro sogno sarà bello, grande e originale, anche la vostra vita sarà bella, sarà grande, sarà originale». (Martin Luther King)

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Il Mattino