Barriere architettoniche, sos dalle associazioni: «Ancora troppi ostacoli»

Marciapiedi senza discese, accessi difficili agli enti pubblici e sosta selvaggia

Le barriere architettoniche
Le barriere architettoniche sono ancora un problema nel capoluogo di Terra di Lavoro? Se lo domanda il Coasca, il Coordinamento delle associazioni casertane, che ha dedicato al...

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Le barriere architettoniche sono ancora un problema nel capoluogo di Terra di Lavoro? Se lo domanda il Coasca, il Coordinamento delle associazioni casertane, che ha dedicato al tema l'ultimo incontro del sodalizio. «Si tratta di una situazione molto frequente in cui la persona con disabilità o difficoltà motoria non riesce ad accedere al proprio appartamento, circolare per la città o raggiungere gli essenziali servizi pubblici» fa sapere il sodalizio in una nota indirizzata alle 200 associazioni aderenti ma anche a tutta la cittadinanza.

L'obiettivo è quello di attuare un vero e proprio programma di indagine per documentare tutti i casi di barriere architettoniche ancora presenti in città. Un report frutto dello sforzo di segnalazione degli aderenti, non solo delle mancate discese per i marciapiedi ma anche per evidenziare gli accessi difficoltosi agli edifici pubblici, i marciapiedi ridotti a causa del transito di bici e monopattini oltre all'immancabile fenomeno della sosta selvaggia che contribuisce ad ostacolare la mobilità di chi è in difficoltà. La materia è disciplinata dalla legge 13/1989 che prevede e definisce i contributi ai quali può accedere il privato che voglia intraprendere un'opera di abbattimento delle barriere architettoniche in caso di presenza di diversabilità che rendono difficoltosa la mobilità personale.

Il Coasca ha invitato tutti gli "amici" a contribuire con la documentazione, foto della situazione per mappare i disagi e interloquire con l'amministrazione comunale per risolvere, concretamente, i problemi presentati dai cittadini. Nonostante il lavoro fatto in questi ultimi decenni in nome del diritto alla mobilità, infatti, è ancora lunga la strada che si dovrà compiere per eliminare tutte le barriere architettoniche presenti in città. Si salvano le istituzioni e i centri di interesse culturale oltre che i monumenti, che si sono dotati, nel corso degli anni, di accessi dedicati ai diversamente abili, male va il contesto generale nel capoluogo. La maggior parte dei marciapiedi, anche nel centro, restano privi delle discese per consentire la mobilità sicura di chi è in difficoltà. I disagi non solo sono per chi è costretto in carrozzella ma anche per ciechi e sordi che si muovono con altrettanta difficoltà sebbene una proima svolta ci sia stata con i primi percorsi tattili.

Numerose anche le polemiche che si sono sollevate in città. Ultimo esempio è stato quello del percorso tattile di via Turati ostacolato dal palo della pubblica illuminazione da spostare, come segnalato alla ditta dall'assessorato ai Lavori pubblici. Le situazioni più complesse che si registrano in città sono quelle di viale Medaglie d'Oro, dove a creare impedimenti al transito di anziani e diversamente abili, nella parte non ancora interessata dal restyling già effettuato in via Unità Italiana, sono soprattutto i danni arrecati ai larghi marciapiedi dalle radici dei pini che costeggiano l'area Macrico.

Altro disagio significativo è quello vissuto dai turisti in difficoltà che vogliono raggiungere il sito Unesco del Belvedere di San Leucio. Se gli autobus turistici non sfidassero i divieti sostando in piazza della Seta, dovrebbero lasciare i turisti in viale degli Antichi platani dove di barriere architettoniche, danni creati dalle radici degli alberi o gradini presenti nelle interruzioni del marciapiedi nei varchi di accesso alle abitazioni private, se ne contano numerose. Ancora più complessa è la vicenda di via Falcone, dove, a causa della scarsa larghezza dei marciapiedi e della segnaletica orizzontale, il transito pedonale è praticamente reso impossibile. Problemi anche nella centrale piazza Matteotti dove tra il verde installato e la mancanza di accessi dedicati, l'ingresso nella piazza è consentito solo facendo un giro più lungo, e attraverso i varchi aperti nei pressi delle attività commerciali o tramite quelli utilizzati dalle auto vetture. Di dubbia regolarità le salite predisposte decenni fa in viale Beneduce che sono parte integrante della pista ciclabile realizzata ed in numero insufficiente per garantire la piena accessibilità lungo l'arteria.
 

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Il Mattino