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Luci spente a Natale. Così i commercianti del centro storico di Caserta hanno annunciato di manifestare contro la decisione della Camera di commercio di illuminare solo via Mazzini, corso Trieste e l'albero di Natale in piazza Margherita.
O tutti o nessuno, spiegano i commercianti, considerato che l'anno nefasto richiederebbe una luce di speranza per l'intero comparto e non solo ad appannaggio delle solite vie dello shopping casertano. E parlano da singoli imprenditori i commercianti di via San Giovanni, via San Carlo, via Vico, considerato che i rappresentanti delle associazioni di categoria hanno condiviso ai tavoli di consiglio e giunta camerale la programmazione natalizia avviata ad agosto scorso. Ed era lì, a quei tavoli istituzionali della Camera di Commercio dove i commercianti di Caserta rappresentano l'8% dell'intera provincia, che idee e iniziative andavano proposte, nel rispetto dei tempi necessari al vaglio, alle previsioni di spesa e all'avvio delle procedure di gara per l'attuazione.
Il tutto in considerazione del fatto che non solo i tributi annui versati alla Camera di commercio servono a garantire i servizi alle aziende, e non certo per addobbi natalizi o per il decoro urbano in generale che spetterebbero al Comune di Caserta, ma che qualsiasi iniziativa o proposta andava programmata per tempo, ossia ad agosto-settembre, e non certo a novembre quando il Natale è già di scena. Ma lontani dalle polemiche di palazzo, tra chi dovrebbe fare e chi fa pur non dovendo, c'è la città che si esprime sulla piazza virtuale dei social sottolineando quanto proprio quest'anno sarebbe stato opportuno fare quello che si è sempre fatto, ossia mettere mano alla tasca, fare la colletta per illuminare di speranza l'addio all'anno 2020 tra i più infausti della storia.
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E invece la rabbia monta contro tutto e tutti, nei giorni sospesi tra Natale e le zone rosse chiuse dal Covid-19.
«Oggi pesa pure fare quello che abbiamo sempre fatto da almeno trent'anni, ossia la colletta per illuminare la nostra strada a Natale - spiega Gerardo Prodomo, commerciante di via San Giovanni e consigliere della Confcommercio Caserta, gruppo Federmoda - e non è solo per il fatto che dallo scorso lockdown ad oggi le nostre attività commerciali sono rimaste chiuse, salvo il breve periodo estivo tra vacanze e vuoto in città.
Domande che, come le luci di Natale, corrono a intermittenza sul filo tesissimo dell'emergenza Covid-19 e di una campagna elettorale che non ammette deroghe alle prossime elezioni comunali. Da una parte le legittime preoccupazioni dei commercianti del comparto moda che, insieme a bar e ristoranti, sono stati i primi a chiudere tra le categorie ritenute «non necessarie» dai decreti anti contagio; dall'altro gli ingiustificati silenzi di un'amministrazione comunale che da anni si trincera dietro dissesti finanziari e altre priorità che accontentano pochi e male. In mezzo c'è chi agisce per compensare carenze e si ritrova tra le polemiche che la politica cavalca debilitando il valore delle richieste. E mentre Caserta si annoda tra strade rotte e luci spente, altrove si batte cassa, tra blackfriday e zone arancioni che lasciano più margini alle riapertura.
Il Mattino