Caserta, primi vaccini a tremila anziani e a scuola scoppia la polemica sulla Dad

Caserta, primi vaccini a tremila anziani e a scuola scoppia la polemica sulla Dad
Guardando i dati dell'Asl di Caserta, ora non si può suddividere il dato delle vaccinazioni tra gli utenti della prima fase e quelli della seconda, vale a dire gli...

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Guardando i dati dell'Asl di Caserta, ora non si può suddividere il dato delle vaccinazioni tra gli utenti della prima fase e quelli della seconda, vale a dire gli ultra ottantenni. Fatto sta che nel giro di un paio di giorni sono oltre tremila i cittadini che hanno ricevuto la prima dose del vaccino anti Covid. Sabato infatti erano 17.200 gli utenti a cui è stata somministrata la prima dose del farmaco, mentre ieri ne sono stati registrati 20.431 alle 18.27. Sono invece 15.124 i cittadini che hanno ricevuto la seconda dose fino a ieri. Questo vuole dire che almeno tremila utenti, presumibilmente anziani hanno iniziato il loro percorso di immunizzazione al Covid. Questo poi si completerà fra 21 giorni in caso di vaccino Pfizer o fra 28 in caso del Moderna.

Nella giornata di ieri il servizio vaccinale è stato svolto come di consueto dall'Asl di Caserta, nonostante il ritardo di quattro ore della consegna delle fiale. Tuttavia, nulla è stato arrestato è gli ambulatori hanno prestato il servizio previsto. Il lavoro di questa seconda fase comunque si prospetta più lungo rispetto a quello della prima. Infatti è possibile che la domanda di vaccino sia nettamente più alta rispetto a quella dello step precedente, visto che oltre agli anziani ultra ottantenni casertani che possono anche ora fare richiesta compilando il form che si trova sulla home page dell'Asl di Caserta, potrebbero aggiungersi altri cittadini più vulnerabili, come gli oncologici, i fragili e gli immunodepressi. 

Ancora non sono conosciuti i dettagli dell'organizzazione che riguarda queste tipologie di pazienti, ma è sicuro che rientreranno in questa fase appena iniziata. In effetti, vaccinando gli anziani e le persone più fragili, si tutelano proprio quelle persone a cui l'infezione potrebbe portare complicanze più gravi fino alla condizione più critica. Il timore che ora possa verificarsi l'impennata dei contagi, infatti, è rivolto specialmente a coloro che potrebbero subire gli effetti più devastanti del Covid, al netto dei positivi asintomatici. Sono proprio le persone più fragili che poi, una volta contratto il virus, potrebbero avere bisogno di un ricovero ospedaliero. La speranza è che il sistema sanitario casertano possa reggere, come sta facendo, la domanda di ricovero dei positivi al Covid più critici. Il problema sorge quando in relazione all'aumento dei contagi la domanda di ricovero possa elevarsi di riflesso mandando in tilt il sistema.

Intanto, stando al report pubblicato ieri dall'Asl casertana, sono state registrate altre 111 positività su 1.416 tamponi processati nelle ultime 24 ore. Certificati anche quattro decessi. Ci sono state 131 guarigioni, per un totale di 37.153 pazienti guariti su 40.960 contagiati dall'inizio della pandemia in Terra di Lavoro. Ora sono 3.102 i positivi attuali in provincia, un numero piuttosto gestibile dai Team Covid del territorio e dagli ospedali dedicati.

Intanto, spacca il fronte dei sindaci del Casertano la decisione del governatore Vincenzo De Luca di rimettere ai primi cittadini, sulla scorta delle valutazioni dei dati dei contagi e della situazione epidemiologica sui rispettivi territori, la decisione di mettere in Dad le scuole. A rappresentare le opinioni contrapposte il presidente della Provincia di Caserta, Giorgio Magliocca, e il sindaco di Caserta e presidente regionale dell'Anci, Carlo Marino.

«Scaricare le responsabilità sui sindaci - dice Magliocca - è diventato lo sport preferito di tutti, anche di chi ricopre ruoli istituzionali. Delegare ai primi cittadini la responsabilità di valutare quale diritto sacrificare, quello allo studio o quello alla salute, senza dare loro alcun criterio tecnico da seguire, è una scelta scellerata che rischia di creare altro caos. Penso soprattutto ai sindaci dei comuni dove insistono le scuole secondarie di secondo grado. Il più delle volte questi miei colleghi non hanno contezza della diffusione del Covid 19 e non riescono a fare valutazioni corrette perché in queste scuole ci sono ragazzi che non sono residenti nella propria città».

Di tutt'altro parere Carlo Marino: «Abbiamo già gli strumenti - dice a Il Mattino il presidente Anci - attraverso le piattaforme sulla situazione dei contagi messe a disposizione dalla Regione, di conoscere quasi in tempo reale l'andamento dell'epidemia nei nostri territori. Inoltre attendiamo i dati che la Regione e l'Asl ci invieranno sugli screening effettuati nelle scuole. Senza contare il continuo contatto che abbiamo con i responsabili dei vari istituti scolastici. Sulla scorta della situazione locale sono certo che i sindaci sapranno fare la scelta migliore tra la didattica in presenza e la Dad, anche confrontandosi con i prefetti delle varie province».
 

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Il Mattino