Covid a Caserta, il virus colpisce in duomo: positivo il parroco dopo la morte del vescovo

Covid a Caserta, il virus colpisce in duomo: positivo il parroco dopo la morte del vescovo
Nuovo duro colpo al clero casertano. Don Vincenzo De Caprio è positivo al Covid-19 ma asintomatico. Parroco della cattedrale di San Michele Arcangelo in Caserta dal 29...

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Nuovo duro colpo al clero casertano. Don Vincenzo De Caprio è positivo al Covid-19 ma asintomatico. Parroco della cattedrale di San Michele Arcangelo in Caserta dal 29 settembre del 2012, il sacerdote 54enne era risultato negativo al primo test eseguito all'indomani della morte di monsignor Giovanni D'Alise. Lunedì sera gli hanno invece comunicato la positività del secondo test. Una notizia che ha fatto scattare immediatamente l'allarme a Caserta, tra i sacerdoti e non solo. La città è ancora molto scossa per la morte dell'amato vescovo D'Alise, deceduto il 4 ottobre a causa delle complicazioni polmonari e di un arresto cardiocircolatorio dovute proprio al contagio da coronavirus.

Sono in corso gli accertamenti da parte dell'Asl per individuare i contatti avuti dal sacerdote del duomo, anche se, sulla base dei calcoli dei giorni da parte dgeli esperti Asl, il contagio dovrebbe risalire ai giorni precedenti la scomparsa del vescovo. Don Vincenzo è positivo ma, come accennato, asintomatico, attualmente è in isolamento, e nei giorni, a se tire i medici, non dovrebbe avere sviluppato contagiosità. 

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Immediatamente dopo la morte del vescovo anche don Vincenzo ha dovuto effettuare il tampone risultando, però, negativo. E per questo lunedì mattina ha potuto celebrare un matrimonio in cattedrale, nel pieno rispetto della normativa varata per contrastare l'avanzata del Covid-19. La celebrazione del matrimonio si è svolta in totale sicurezza, mantenendo le distanze previste anche tra il sacerdote e gli sposi al momento del sì. Don Vincenzo durante la celebrazione non ha distribuito neppure la comunione ai fedeli. Proprio per questo l'Asl di Caserta sta ancora valutando l'opportunità o meno di procedere a effettuare i test e, quindi, i tamponi anche agli sposi e agli invitati al matrimonio.

Don Vincenzo è risultato essere positivo lunedì sera, dopo aver richiesto un secondo tampone voluto a seguito dei casi da coronavirus scoppiati a Sessa Aurunca dove mercoledì, accertata la positività del parroco della basilica dell'Incaldana in Mondragone, sessanta sacerdoti sono stati posti in isolamento fiduciario di quattordici giorni. Se però l'Asl di Caserta si dice non particolarmente preoccupata dalla celebrazione del matrimonio di lunedì, lo stesso non si può dire per quanto riguarda il contatto da cui ha avuto origine il contagio del sacerdote. In ogni caso i medici Asl stanno valutando su chi e quando effettuare i tamponi, soprattutto tra i sacerdoti e le persone che don Vincenzo avrebbe potuto incontrare. Della situazione è stato immediatamente informato l'amministratore apostolico della diocesi, monsignor Tommaso Caputo, vescovo a Pompei, che sta seguendo con grande attenzione l'evolversi della situazione e le valutazioni dei medici. 

Non è da escludere che alla base del contagio di don Vincenzo ci possa essere stato il rapporto di collaborazione con il vescovo D'Alise. I tempi di incubazione del virus, i tempi necessari all'analisi dei tamponi e l'ordinaria routine dei sacerdoti avrebbe poi fatto il resto. Le chiese continuano la loro attività, adottando le misure restrittive e assicurandosi del rispetto delle distanze sociali. Non si esclude tuttavia un intervento ancora più restrittivo da parte della curia per una maggiore tutela dei fedeli e del clero. Le analisi dei tamponi delle prossime ore fatte sui contatti stretti del sacerdote saranno decisive.

Dalla data della sua ordinazione sacerdotale il 25 marzo del 2000, don Vincenzo è stato vice rettore animatore del seminario diocesano, animatore del Centro Diocesano Vocazionale, insegnante di religione all'istituto Salesiano «Sacro Cuore»

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Il Mattino