Non bastano quattordici ore di arringa, affidate ai due penalisti che sostengono che nelle condotte di don Michele Barone non c’è dolo, ma energica volontà di...
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Si professa innocente, Barone, e non appena pm e avvocati hanno terminato le repliche, ha dato il via alla sua arringa. Un’arringa che il religioso ha inteso affidare ai Vangeli. Versetto Marco 5,1-20, che narra dell’esorcismo compiuto da Gesù nel paese dei Gerasèni. «Esci spirito impuro da quest’uomo». Il prete ha insistito sulla furia dell’indemoniato «nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con le catene», a voler sottolineare la forza del demonio e l’energia che chi lo combatte deve praticare. Dopo la lettura del Vangelo, Barone ha depositato una lunga memoria.
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Poco fa, i giudici si sono riuniti in camera di consiglio. La sentenza è prevista per il pomeriggio e sarà letta nell’aula che ospita la Corte d’Assise. Ammessi anche le Tv e i fotoreporter. Numerosi i fedeli di Barone presenti in tribunale in attesa del verdetto. Il religioso rischia 22 anni di carcere. Sette e otto anni sono stati invocati per i genitori della minorenne al centro della vicenda e cinque per il poliziotto Luigi Schettino. I pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone ipotizzano reati, contestati a vario titolo, che vanno dai maltrattamenti alle lesioni permanenti fino alla violenza sessuale (quest’ultimo capo é contestato solo a Barone).
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Il Mattino