Josephine e Giovanni «eroi» di tutti i giorni

Alfieri della Repubblica i due giovani della provincia di Caserta: 16 anni lei, 18 anni lui

Josephine e Giovanni «eroi» di tutti i giorni
Sono alfieri della Repubblica, sono due giovani della provincia di Caserta e sono l'orgoglio di un intero Paese. Josephine Riccio e Giovanni Scialdone, 16 anni lei, 18 anni...

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Sono alfieri della Repubblica, sono due giovani della provincia di Caserta e sono l'orgoglio di un intero Paese. Josephine Riccio e Giovanni Scialdone, 16 anni lei, 18 anni lui, saranno insigniti del prestigioso premio che ogni anno il presidente della Repubblica conferisce a giovani meritevoli. Trenta gli attestati d'onore. Due in Terra di Lavoro. «L'ho saputo dice, con voce squillante che non tradisce l'emozione ma trasfonde gioia, Josephine Riccio stamattina (ieri ndr) da un mio docente, a scuola. Complimenti Josephine mi ha detto sei diventata una alfiere della Repubblica!». Al terzo anno dell'istituto De Franchis di Piedimonte Matese, indirizzo Turismo, Josephine è una carica di energia per chi la incontra. Vive con mamma Maria Carmela D'Amato e papà Mario a San Potito Sannitico. Figlia unica, divide il suo tempo con un cagnolino che definisce «monello». «È stata una grande sorpresa continua Josephine e ho vissuto la gioia intensa di condividerla con i miei genitori». Legge, scrive poesie, ha sempre una parola di sostegno e vicinanza per le compagne e i compagni di scuola. «Ho iniziato a scrivere aggiunge quando la mia professoressa di Lettere ci chiese in classe se avevamo mai composto versi. Si sa, alla mia età è più facile trascorrere il tempo sui social. Ho iniziato allora, dopo quella domanda, dopo quella sollecitazione e da allora non ho più smesso».


Le voci di mamma Maria Carmela e di papà Mario tradiscono l'emozione: «Siamo troppo felici. Auguriamo alla nostra Josephine tutto il bene che merita». Nella motivazione del Quirinale si legge: «Per la quotidiana testimonianza del valore irrinunciabile e positivo delle diversità. La sua tenacia è un esempio offerto a tutti per contrastare pregiudizi ed emarginazione. Colpiscono la tenacia e la forza d'animo con cui Josephine, quotidianamente, reagisce alle difficoltà provocate da una malattia invalidante che la costringe sulla sedia a rotelle». Già, perché se le sue gambe necessitano della carrozzina, il suo cuore e la sua mente viaggiano veloci veloci verso sogni da raggiungere.


«A quanti si trovano in difficoltà conclude Josephine io dico: non mollate mai. Non lasciate prendervi dalla tristezza, siate coraggiosi, non arrendetevi. Mai». A San Potito si fa festa. «Siamo immensamente felici per Josephine e per la sua famiglia dice entusiasta il sindaco Francesco Imperadore . Questo premio va alla giovane donna, alla ragazza coraggiosa che non si è mai fatta piegare dalle difficoltà» e gli fa eco Laura Feola che ha la delega alle politiche sociali: «Una famiglia silenziosa, discreta, a cui vanno le nostre congratulazioni e a Josephine l'augurio di una vita radiosa e il nostro orgoglio di potitesi». A Vitulazio, invece, si festeggia Giovanni Scialdone, che è diventato alfiere della Repubblica «per avere, senza esitazione, praticato manovre di rianimazione su una persona in arresto cardiaco salvandole la vita. Per la costanza con cui si impegna in un'opera di sensibilizzare sul valore delle manovre salvavita e sulla cultura del soccorso».


Diciotto anni, al quinto anno del liceo scientifico biomedico Pizzi di Capua, Giovanni sogna di diventare medico. «Per me è un onore grandissimo dice Giovanni , l'emozione prende il sopravvento, faccio fatica a trovare le parole. Sono lusingato di essere stato scelto dal presidente Mattarella. Quando ci furono le elezioni io desiderai fortemente che lo scegliessero di nuovo. Sono sempre stato colpito dai suoi valori e dal suo modo di rapportarsi ai giovani».


Aveva soli 12 anni quando, grazie agli insegnamenti di papà Cornelio e mamma Teresa Natale, intervenne su una persona in arresto cardiaco praticando manovre di rianimazione, salvandogli, in attesa dell'ambulanza, di fatto, la vita. Appassionato di storia, legge molto. «Mi piace conoscere, amo studiare la storia d'Italia. Dedico questo premio ai miei genitori, a mio fratello Carmine, sempre al mio fianco». Una grande emozione, accompagnata da lacrime di commozione, quella di papà Cornelio: «Sono profondamente orgoglioso di mio figlio e grato per questo riconoscimento così ambito. Mia moglie e io siamo felicissimi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino