Multe con la cam annullate dal giudice: è valanga di ricorsi

Multe con la cam annullate dal giudice: è valanga di ricorsi
Gioie e dolori dell'innovazione tecnologica. Si è clamorosamente inceppato il temutissimo sistema delle «multe a strascico» messo su dal Comune e dal...

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Gioie e dolori dell'innovazione tecnologica. Si è clamorosamente inceppato il temutissimo sistema delle «multe a strascico» messo su dal Comune e dal Comando di Polizia Municipale. Insomma, quello che (dallo scorso luglio) ha prodotto una valanga di contravvenzioni con punte di oltre mille in un mese. Un record di sanzioni senza precedenti per divieto di sosta (in assenza di conducente), omessa revisione e mancanza di copertura assicurativa. Un boom anche per le casse comunali messo in discussione, adesso, dalla prima sentenza del Giudice di Pace di Maddaloni Alfonso Di Nuzzo (n. 10819/18), che azzera di fatto o riduce di molto il margine di operatività dello «street control». In concreto, il «Munipol Street», così come tecnicamente è noto il sistema di videocamera (connesso ad un tablet e collegato in remoto con le centrali operative), può dare indicazioni sullo stato del veicolo (revisione, Rc auto, divieti di sosta). Ma non può elevare contravvenzioni.

 
Lo strumento in punta di diritto, così come è strutturato, non è omologato e pertanto le sanzioni della polizia municipale sono illegittime. Rischia così di crollare un intero metodo di sanziona mento delle infrazioni ma che funge anche da deterrente contro la sosta selvaggia e i mancati adempimenti amministrativi per i vicoli circolanti. La «sentenza ammazza multe» è molto circostanziata. Demolisce le multe più frequenti e anche più onerose: omessa revisione di veicolo ai sensi dell'art. 80 del Codice della Strada che può sfociare anche in un pagamento che oscilla dai 422 ai 1695 euro. Proprio per la «mancanza di approvazione di un dispositivo funzionante in maniera automatica per l'omessa revisione», precisa il Giudice di Pace concretizza l'impossibilità di contestazione immediata. Secondo una nota del Viminale (8 febbraio 1019), l'«utilizzo del sistema collegato alla banca dati del Ministero delle Infrastutture segnala solo la presenza di un veicolo che potrebbe non essere in regola». Quindi lo «street control» è solo un supporto per l'operatore e non un «dispositivo automatico» . Pertanto, è ritenuta non logica la contestazione in differita (art. 180, comma 8 del CdS), con convocazione delle persone sanzionate in assenza di una documenta impossibilità di contestazione immediata non eseguibile. Lo stesso vale per la mancanza di assicurazione. E poi c'è il problema della conservazione dei fotogrammi e dei dati sensibili che possono ledere i «diritti di soggetti non coinvolti nell'illecito amministrativo».


E adesso nella rete delle «multe a strascico» si è aperta una doppia falla: quelle delle sanzioni impegnate o illegittime e quelle regolarmente pagate dagli automobilisti ignari. Scoppia un caso in Comune. I primi a prendere posizione sono i vigili urbani. E per la precisione il Csa-Ral, la sigla maggioritaria tra i caschi bianchi. «Attualmente spiega il segretario provinciale Giuseppe De Lucia - si è aperto un varco che protrebbe innescare la corsa ai ricorsi. Invitiamo, l'amministrazione comunale a mobilitarsi e ad attrezzarsi per un ricorso perentorio. Secondo gli vigili urbani, sussistono tutti gli elementi per ribaltare questa sentenza comunque clamorosa. A partire dagli inviti fatti agli automobilisti sulla mancata revisione che produce una inoppugnabile attestazione documentale della mancanza dell'atto amministrativo e quindi una successiva sanzione». Questa volta, i sindacati si schierano con l'amministrazione. «Abbiamo conclude De Lucia- più volte sollevato dubbi sull'addestramento del personale. Ma il tutto era finalizzato a tutelare la mole di lavoro fatto e ora anche la correttezza delle procedure seguite».
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Il Mattino