Pd, la Commissione boccia il tesseramento

Non ha certificato l'anagrafe dei tesserati Pd in Terra di Lavoro

Bonaccini
Troppe anomalie, troppe tessere in alcuni comuni, troppe discrepanze tra il numero dei tesserati e i voti alle ultime politiche. E, nel tardo pomeriggio di ieri, la commissione...

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Troppe anomalie, troppe tessere in alcuni comuni, troppe discrepanze tra il numero dei tesserati e i voti alle ultime politiche. E, nel tardo pomeriggio di ieri, la commissione provinciale non ha certificato l'anagrafe dei tesserati Pd in Terra di Lavoro rinviando la decisione alla commissione nazionale, alla quale ha anche chiesto il differimento del congresso dei circoli - quelli provinciale e comunali - a dopo il congresso nazionale. Il verbale, inviato al Nazareno, è stato firmato da undici componenti sui tredici totali. Solo Pino Moretta di Marcianise e Eugenia Oliva di Orta di Atella, entrambi vicini al presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero, non hanno condiviso la scelta della maggioranza.

La commissione provinciale del Pd di Caserta nei giorni scorsi ha chiesto più tempo per effettuare ulteriori approfondimenti: un prolungamento fino a ieri. E ieri sera è arrivata la decisione: l'anagrafe degli iscritti non viene certificata. «Il numero delle iscrizioni richieste è complessivamente notevole, rilevando in particolar modo anomalie in alcuni comuni della provincia dove il rapporto di incidenza percentuale tra il numero di voti per il Pd alle ultime elezioni politiche e le attuali richieste di iscrizione oscilla dal 20 ad oltre il 50 ed anche il 60%». Così si legge nel verbale inviato a Roma dal coordinatore della commissione provinciale Francesco Gatto che, nel dispositivo sottolinea tra l'altro che «si registrano, da molte città della provincia, numerose segnalazioni relative alla natura e alla storia politica personale di tanti richiedenti l'iscrizione, veri e propri estranei alla cultura e alla militanza democratica, spesso avversari, nonché competitori pubblici e dichiarati del Pd. Si segnalano casi diversi di iscrizione contemporanea al Pd e ad altri partiti anche di destra. In Comuni dove ci sono amministrazioni guidate dal Pd, le opposizioni di destra sono intervenute nel tesseramento per alterarne la tenuta e viceversa in Comuni in cui il Pd è all'opposizione, Sindaci e giunte hanno fatto altrettanto per indebolire i loro oppositori. Tutti elementi rilevati dalla stampa nazionale, locale e regionale con autorevoli prese di posizione e dichiarazioni di dirigenti politici e candidati».

Per questo si è ritenuto necessario rinviare gli atti, e la conseguente decisione, ai vertici nazionali. «È chiaro conclude il documento - che questa particolare situazione, ai fini dell'approvazione dell'anagrafe degli iscritti, nell'interesse dell'onorabilità del Partito e della prevenzione di ogni ricorso e contestazione richiede tempo e attività non immediatamente disponibile e proficuamente esperibile».

Ma il coordinatore provinciale sottolinea anche un altro aspetto della questione che sta interessando Terra di Lavoro: quella del tesseramento a Caserta «è una situazione difficile» che non investe solo il suo territorio, «ma l'immagine tutta del Partito Democratico».
A far scoppiare il putiferio era stato il boom dei tesseramenti in alcuni Comuni dove si sono registrate quasi le stesse adesioni dei voti raccolti alle ultime elezioni Politiche. A Sessa Aurunca, per esempio, dove ci sono circa 1050 iscrizioni online mentre a fine settembre i Dem hanno ottenuto 1200 voti, a Casal di Principe con oltre 100 iscritti rispetto ai 363 voti presi alle Politiche. Erano stati prima Cuperlo, con la sua referente Camilla Sgambato, e poi la Schlein a denunciare il doping delle tessere. Ma anche Gatto aveva inviato una nota alla segreteria nazionale già durante i primi risultati in quanto alcuni numeri lo avevano allarmato.

La decisione di ieri è stata una sorpresa, comunque, anche se in questi ultimi giorni si sono susseguiti polemiche, scontri e invettive tra gli esponenti delle varie correnti che avevano visioni differenti sulla gestione di quello che dai più è stato definito un anomalo tesseramento. Ma c'è stato anche chi ha sottolineato che proprio questa questione ha provocato una sorta di silenzio sui contenuti: troppo dire di tessere e poco di temi. In Terra di Lavoro anche il sindaco di Casal di Principe ha puntualizzato l'importanza di discutere (ma soprattutto di definire e lavorare) sui temi per evitare che il Pd fosse un partito di tessere e non di contenuti. Ora toccherà al Nazionale dare risposte. Difficile si arrivi ad un annullamento, come accaduto due anni fa, ma di certo il caso Caserta è indicativo di un malessere interno al partito. Un malessere che ha assunto in Terra di Lavoro contorni più netti, anche per la storia del gruppo locale, ma che di certo è stato avvertito in tutta la Campania e oltre.

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Il Mattino