Sicurezza nei seggi, nella storica tornata del voto covid non mancano i soliti scatti proibiti in cabina, ma in numero minore rispetto a quanti se ne sono registrati in...
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Sono, questi, gli unici episodi degni di nota dell'hinterland, mentre vicende più preoccupanti si son registrate dalla Valle di Suessola dove un seggio ha rischiato la chiusura momentanea a causa di una scheda doppia trovata nelle mani di una giovane elettrice. Qualcuno ha gridato alla scheda «ballerina», ma la storia sembra molto meno intricata. Arienzo, seggio numero 6 (di località Crisci, dove votano cittadini della frazione Costa) la scrutatrice ha consegnato alla donna due schede per le Comunali, lei le ha compilate entrambe, senza segnalare l'anomalia, ma all'uscita il presidente se n'è accorto: una l'ha imbucata e l'altra l'ha stracciata. A quel punto, la scrutatrice ha avvisato i carabinieri pretendendo che venisse redatto un verbale dell'episodio. Dopo l'intervento dei militari, sono stati informati l'ufficio elettorale del Comune e la Prefettura di Caserta. Le operazioni di voto non si sono mai interrotte.
A Santa Maria Capua Vetere ieri era il 19 settembre. La tornata elettorale si è dunque tenuta in anticipo. Almeno in uno dei seggi, il 12, scuola Leonardo Da Vinci della città del foro dove il timbro apposto sulle schede recava non già la data del 20 settembre, quella di ieri, appunto, ma quella del 19. Una svista, chiaramente, che però si è protratta per ore, finché una donna, quando ormai si volgeva all'ora di pranzo, non ha segnalato l'anomalia al presidente di seggio e il calendario, anche a Santa Maria Capua Vetere, è tornato sulla giornata giusta.
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Sembra invece un falso allarme quello lanciato dal M5s per un episodio avvenuto alla sezione numero 4 a San Felice a Cancello allestito nella scuola media Gesuè. Per tutto il pomeriggio è circolata voce che un rappresentante di lista di Forza Italia avesse votato a Portici, suo Comune di residenza, e poi anche a San Felice. La legge, come è noto, consente ai rappresentanti di lista di esprimere la propria preferenza nel seggio presso il quale prestano servizio tuttavia nel caso specifico è nato un qui pro quo perché sulla carta d'identità dell'uomo non c'era la residenza aggiornata. Dopo la segnalazione, sul posto sono intervenuti i vigili urbani coordinati dalla dirigente Maria Rosaria Picardi chiamati a dirimere quella che sembrava una evidente difformità. Dopo l'analisi della situazione, è emerso che l'uomo stava regolarmente esercitando il proprio diritto al voto nel seggio di lavoro, come legge detta. Non sono mancati qui e altrove casi di candidati che la polizia ha dovuto allontanare dalle urne. Insomma, oltre il covid, le solite «furbate». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino