Sarà Simonetta Agnello Hornby ad aprire il 4 ottobre il nuovo Romics, Festival “cult” del fumetto e del cinema di animazione giunto alla 24esima edizione, in...
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Temi sui quali la scrittrice - tradotta in 25 lingue a partire dal suo esordio, a 58 anni, con il premiatissimo romanzo La Mennulara (Feltrinelli), di cui arriverà a breve in libreria la anche versione graphic novel, realizzata in collaborazione con Massimo Fenati – è più che ferrata: laureatasi in giurisprudenza all’Università di Palermo, dal 1972 risiede infatti a Londra, dove ha esercitato la professione di avvocato aprendo a Brixton lo studio legale “Hornby&Levy”, specializzato in diritto di famiglia e minori. Ha insegnato diritto dei minori nella facoltà di Scienze Sociali dell’Università di Leicester ed è stata per otto anni part-time Presidente dello Special Educational Needs and Disability Tribunal. Un’autrice insomma che ha sempre cercato con sensibilità sociale e respiro solidale di legare la professione di avvocato e la sua scrittura all’impegno per sostenere le cause dei minori, delle vittime di violenza domestica e dei più emarginati.
Tra i suoi romanzi, veri e propri bestseller che hanno venduto in Italia più di un milione di copie: si pensi ad esempio a La zia Marchesa (2004), Boccamurata (2007), Vento scomposto (2009), La monaca (2010), Il veleno dell’oleandro (2013), Caffè amaro (2016), tutti usciti per Feltrinelli. Ma di grande successo sono anche i libri di Simonetta Agnello Hornby legati alla cucina: Un filo d’olio (Sellerio, 2011), La pecora di Pasqua (con Chiara Agnello, Slow Food, 2012) e Il pranzo di Mosè (Giunti, 2014). Non solo. Dopo aver pubblicato pure una insolita guida/memoir personalizzata della capitale britannica, dal titolo La mia Londra (Giunti, 2014), nel 2015 l’autrice è entrata nelle case degli italiani apparendo sul piccolo schermo con il figlio George su Raitre, nel documentario tv per RaiTre «Io & George»: un avvincente viaggio da Londra alla Sicilia, passando per Napoli, affrontando tutti gli ostacoli e le barriere non soltanto architettoniche disseminati sul cammino di chi è costretto per una disabilità – come il figlio George - sulla sedia a rotelle. Un documento televisivo intelligente, ironico e spiazzante in presa diretta, che ha accresciuto negli spettatori la consapevolezza dei problemi affrontati dai disabili.
Per LaEffe, inoltre, Simonetta Agnello Hornby ha pure girato «Nessuno può volare», docu-film e titolo del suo ultimo libro scritto con il figlio George e pubblicato da Feltrinelli nel 2017 che le è valso nel 2018 il premio “Stella di Sant’Alessio” per aver saputo valorizzare il mondo della disabilità e della disabilità sensoriale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino