«Cinque giorni di festa in più all'anno, ecco quali»: il disegno di legge in Senato

La richiesta è stata presentata il 23 marzo e prevede il ripristino delle festività abolite nel 1977.
Cinque giorni di festa in più all'anno in tutta Italia: a chiederlo, con un disegno di legge presentato in Senato il 23 marzo, sono stati i senatori Dieter Steger,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Cinque giorni di festa in più all'anno in tutta Italia: a chiederlo, con un disegno di legge presentato in Senato il 23 marzo, sono stati i senatori Dieter Steger, Julia Unterberger e Meinhard Durnwalder del partito popolare altoatesino Südtiroler Volkspartei. Le festività che verrebbero reintrodotte sono quelle che cadono nei giorni in cui si ricordano San Giuseppe, l'Ascensione, il Corpus Domini, i Santi Pietro e Paolo e il lunedì dopo la Pentecoste. «Si tratta di feste religiose - è scritto nella proposta - espressione della tradizione di fede e di cultura della comunità, tuttora festeggiate in molti Paesi europei».


Le cinque giornate di festa vennero abolite nel 1977 dal provvedimento n. 63 del 7 marzo: il motivo era il desiderio del governo di maggiore austerità per poter incrementare la produttività del paese.

«Negli anni successivi si è assistito ad un'inversione di tendenza, anche perché si è compreso che l'austerità non aveva prodotto l'auspicato aumento di produttività nelle aziende», scrivono i senatori, secondo i quali il recupero delle festività sarebbe «un omaggio alle persone credenti che possono così celebrare nuovamente le ricorrenze religiose e un giusto riconoscimento dei valori cristiani, ma anche per i non credenti che potrebbero dedicare le giornate alle attività di tempo libero».

Secondo il partito Südtiroler Volkspartei, il ripristino non è altro che un modo per «ridare significato alla tradizione popolare, che non determina scompensi significativi alla produttività delle aziende, trasferisce una quota
maggiore di reddito prodotto ad altri comparti di mercato ad alto valore aggiunto, quali il turismo e il tempo libero, con buoni ritorni economici per l'economia nel suo complesso, e che risulterebbe più coerente con quel che avviene negli altri Paesi europei».
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino