«Cinque giorni di festa in più all'anno, ecco quali»: il disegno di legge in Senato

La richiesta è stata presentata il 23 marzo e prevede il ripristino delle festività abolite nel 1977.
La richiesta è stata presentata il 23 marzo e prevede il ripristino delle festività abolite nel 1977.
Mercoledì 18 Aprile 2018, 15:17 - Ultimo agg. 19:31
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Cinque giorni di festa in più all'anno in tutta Italia: a chiederlo, con un disegno di legge presentato in Senato il 23 marzo, sono stati i senatori Dieter Steger, Julia Unterberger e Meinhard Durnwalder del partito popolare altoatesino Südtiroler Volkspartei. Le festività che verrebbero reintrodotte sono quelle che cadono nei giorni in cui si ricordano San Giuseppe, l'Ascensione, il Corpus Domini, i Santi Pietro e Paolo e il lunedì dopo la Pentecoste. «Si tratta di feste religiose - è scritto nella proposta - espressione della tradizione di fede e di cultura della comunità, tuttora festeggiate in molti Paesi europei».

Le cinque giornate di festa vennero abolite nel 1977 dal provvedimento n. 63 del 7 marzo: il motivo era il desiderio del governo di maggiore austerità per poter incrementare la produttività del paese.

«Negli anni successivi si è assistito ad un'inversione di tendenza, anche perché si è compreso che l'austerità non aveva prodotto l'auspicato aumento di produttività nelle aziende», scrivono i senatori, secondo i quali il recupero delle festività sarebbe «un omaggio alle persone credenti che possono così celebrare nuovamente le ricorrenze religiose e un giusto riconoscimento dei valori cristiani, ma anche per i non credenti che potrebbero dedicare le giornate alle attività di tempo libero».

Secondo il partito Südtiroler Volkspartei, il ripristino non è altro che un modo per «ridare significato alla tradizione popolare, che non determina scompensi significativi alla produttività delle aziende, trasferisce una quota
maggiore di reddito prodotto ad altri comparti di mercato ad alto valore aggiunto, quali il turismo e il tempo libero, con buoni ritorni economici per l'economia nel suo complesso, e che risulterebbe più coerente con quel che avviene negli altri Paesi europei».
 

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