Dylan D.N., il 18enne originario di Melito, trafitto da una coltellata a pochi centimetri dal cuore, non ha mai perso conoscenza e dal letto di ospedale nell’Utic di...
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Cosa è successo la notte tra venerdì e sabato?
«Ero a Scampia con alcuni amici e stavamo camminando quando dei ragazzi in motorino ci sono passati accanto e ci hanno fissato con insistenza. Uno di loro mi guardava e io ho ricambiato lo sguardo fino a che l’ho sentito dirmi: “che guardi a fa?”. Continuava a provocarmi, a quel punto, anche io gli ho chiesto perché mi fissava e lui è sceso dallo scooter e si è avvicinato. Ho pensato che voleva prendere questione e che avremmo litigato, invece, in pochi secondi, mi ha colpito al torace ed è fuggito via con lo scooter».
Chi ti ha aiutato?
«Non mi sono reso subito conto della coltellata, poi ho visto il sangue e ho sentito un forte bruciore in petto, allora ho capito di essere stato colpito con una lama e ho temuto il peggio. I miei amici mi hanno accompagnato all’ospedale San Giovanni Bosco e durante la notte, mia zia e mia mamma, mi hanno raggiunto in ospedale. Devo ammettere che mi sento “miracolato”, la coltellata non è andata più in profondità altrimenti mi avrebbe trafitto il cuore».
Cosa pensi dell’accaduto?
«Ho creduto di morire e ho capito che non vale mai la pena ricambiare uno sguardo di sfida o rispondere alle provocazioni perché in un attimo, si può perdere la cosa più preziosa che abbiamo, appunto la vita. Di certo non mi aspettavo di ricevere una coltellata ma immaginavo che ci sarebbe stata una litigata, invece da oggi l’unica cosa certa è che se mi dovesse riaccadere un episodio del genere, girerei la faccia dall’altra parte e lascerei perdere».
Conosci il tuo aggressore e cosa pensi della sua azione?
«Non conosco i ragazzi che ci hanno affiancato in scooter e neanche quello che mi ha colpito con la coltellata ma provo indifferenza nei suoi confronti. Non so se posso dire di perdonarlo ma so di essere un bravo ragazzo, uno che non va a cercarsi problemi. Sono da poco tornato dalla Germania, ho lavorato lì 3 mesi, adesso penserò solo a ristabilirmi».
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Il Mattino