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È stato un crescendo di provocazioni. Tra le strade del quartiere, in carcere, finanche sui social. Il gesto della mano a forma di “due”, indice e medio in bella mostra, che in questo caso non stanno a indicare la “V” di vittoria, ma il due che si contrappone allo zero dell’altra mano, quella con il pugno chiuso. “Due a zero”, “abbiamo fatto due a zero”. Tanto che anche un boss, al colloquio con la moglie, mima lo stesso gesto: “Due a zero...”, “abbiamo fatto due a zero”. Ma non ci sono partite di calcio su cui puntare, non ci sono bollette da piazzare, né altre competizioni agonistiche su cui scommettere o per cui fare il tifo da semplici appassionati. No, perché da queste parti il due a zero significa solo una cosa: «Abbiamo fatto due morti a zero, stiamo vincendo noi».
Uno slogan, un gesto, che ha scandito gli ultimi giorni dell’anno a Fuorigrotta, quartiere cittadino tornato prepotentemente alla ribalta negli ultimi mesi per fatti di camorra, per agguati e morti ammazzati. Due a zero - secondo quanto stanno ricostruendo gli inquirenti - sono gli agguati a carico di Merolla e di Vitale Troncone, entrambi in via Duilio, consumati tra novembre e dicembre dello scorso anno. Un gesto, quello delle due mani che mimano i numeri, che è stato riprodotto anche nel chiuso di una sala colloqui di una struttura penitenziaria, nella quale uno dei boss emergenti ha ricevuto la moglie e le ha affidato tutto il proprio compiacimento per quella doppietta di sangue.
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Brutta atmosfera, all’altezza dell’ex sferisterio di Fuorigrotta, anche alla luce di un altro dato inquietante, legato ai più recenti fatti di cronaca: l’assassinio consumato il primo gennaio scorso, sempre a Fuorigrotta, il delitto del 42enne Salvatore Capone, primo omicidio del 2022, che rappresenterebbe la violenta risposta di chi fino a questo momento ha subìto morti e agguati. Anzi: stando a un’ottica puramente criminale, l’agguato costato la vita a Capone sarebbe nient’altro che la risposta (buona ad accorciare le distanze) dopo gli agguati costati caro per Merolla e Troncone. Scenario choc, venti di faida a Napoli ovest, proviamo a ricostruire cosa sta accadendo. Stando alle ultime ricostruzioni a Fuorigrotta è in corso una guerra tra alcune famiglie di rione Traiano, che puntano a spodestare Vitale Troncone, a sua volta radicato in zona Brigata Bologna. Due i moventi di questa contrapposizione: da un lato, il tentativo espansionistico di alcuni clan di rione Traiano (tra cui i Sorianiello) di imporre la proproia leadership nel mercato della droga; dall’altro, l’attenzione verso i fondi del Pnrr destinati a un quartiere che può vantare due università, diverse attività ricettive e di interesse turistico.
Due a zero per rione Traiano, due dita aperte e un pugno chiuso a forma di zero, mostrate da un marciapiede all’altro in segno di giubilo, postate sui social, finanche all’interno delle carceri. Una faida ricostruita - almeno nelle linee generali - dagli ultimi atti investigativi depositati dalla Dda di Napoli, in cui si fa riferimento al ruolo svolto nel quartiere dal gruppo Troncone. Contesto esplosivo, al punto tale che di recente ha deciso di intervenire sul caso Fuorigrotta anche la commissione parlamentare antimafia, come ricordato sul nostro giornale dal parlamentare di Italia Viva Gennaro Migliore, anche alla luce delle segnalazioni svolte dal responsabile del partito renziano sul territorio Marcello Lala.
Il Mattino