Campania zona arancione, venerdì il verdetto: l'incidenza scende a 199 per centomila abitanti

Campania zona arancione, venerdì il verdetto: l'incidenza scende a 199 per centomila abitanti
Nella prima settimana di aprile (2-8) in Campania il tasso di incidenza dei contagi da Sars-Cov-2, calcolato su 100 mila residenti, è sceso sotto la quota critica di 250....

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Nella prima settimana di aprile (2-8) in Campania il tasso di incidenza dei contagi da Sars-Cov-2, calcolato su 100 mila residenti, è sceso sotto la quota critica di 250. Sono infatti 9.200 i nuovi casi contati equivalenti a un indice di 199 per 100 mila abitanti. Un miglioramento in parte inficiato dai pochi test eseguiti, soprattutto nel periodo delle feste di Pasqua: 127mila. Pochi rispetto a quello che riescono a fare il Lazio (212mila) l'Emilia Romagna e il Piemonte (rispettivamente 163mila e 140 mila). Se tuttavia il dato di incidenza dovesse essere confermato in calo, nella valutazione della settimana successiva (9-15 aprile) per la Campania potrebbero schiudersi le porte dell'area arancione con solo qualche residua incertezza.

«L'incidenza è fondamentale per valutare lo scenario complessivo - conferma Alessandro Perrella, infettivologo e componente dell'Unità di crisi regionale - molto dipenderà dall'andamento nei prossimi giorni. Il dato viene aggiornato al giorno precedente il monitoraggio della cabina di regia. Posso dire che in molti Comuni finiti in zona rossa la situazione è completamente capovolta. Va anche detto che se, come è probabile, scenderemo di un gradino il nostro livello di rischio resta alto. Per consolidare la situazione e salvaguardare le attività economiche bisognerà continuare a prestare la massima attenzione. Per capire questo concetto - aggiunge Perrella - basta guardare cosa è accaduto in Sardegna dove ci hanno messo poco a transitare dalla zona bianca, a quella arancione e poi rossa. Noi ci siamo concentrati sulle zone più calde e i sindaci hanno tutti i dati per correggere la rotta. Ciò è servito non poco a snellire la pressione del virus». In calo anche l'indice di infettività Rt, passato da un valore di 1,33, segnato nel monitoraggio del 2 aprile a un punteggio di 1,19 della prima settimana di aprile. 

Nonostante queste premesse c'è ancora un margine di incertezza sul passaggio in arancione che rimanda per un verso all'incidenza su 14 giorni (436 per 100 mila residenti superiore alla media italiana di 416) e dall'altro al numero record di attualmente positivi (91.166) serbatoio cui il virus attinge per contagiare, 1,60 ogni cento abitanti, quasi il doppio della media nazionale di 0,89. «Noi ci atteniamo alla registrazione dei guariti in base alle norme aspettando i 21 giorni per confermare la negativizzazione - conclude Perrella - non so le altre regioni». Quel che è certo è che la Campania continua a registrare clamorose differenze sui tassi di ospedalizzazione (1,9 per cento contro il 5,9 della media italiana e conta solo 136 persone in rianimazione e 1.594 in degenza mentre la Lombardia, con 20 mila positivi in meno, deve curare oltre 800 intubati, il Lazio 396 (con quasi la metà dei positivi circolanti). I tassi di letalità? Sia rispetto ai positivi, sia sugli ospedalizzati che per 100 mila abitanti continuano a essere i più bassi d'Italia nonostante siano cresciuti parecchio nelle ultime tre settimane. In media nell'ultima settimana sono stati 37 al giorno contro i 44 dei precedenti 15 giorni. Il calo della febbre epidemica si legge nei numeri: a domenica scorsa si rilevavano 1.600 casi al giorno di media nell'ultima settimana mentre erano 1.900 la precedente, 1.930 15 giorni prima e 2.630 a risalire a metà marzo. Unico neo la percentuale dei positivi al tampone: negli ultimi due giorni è cresciuta con un picco del 14,6 per cento raggiunto domenica con guariti in andamento altalenante sulla prevalenza dei nuovi casi.

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Il Mattino