Pomeriggio ad alta tensione nel carcere napoletano di Poggioreale dove oltre duecento detenuti per qualche ora hanno messo a soqquadro le celle e una sezione del padiglione...
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L'ennesima rivolta carceraria ha suscitato la reazione durissima dei sindacati degli agenti di polizia penitenziaria. A denunciare la rivolta per primo è stato proprio il Sappe: «La situazione è molto grave», ha riferito Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania. «Ci arrivano da Poggioreale - spiegava a metà pomeriggio - segnali allarmanti di una crescente tensione, con i detenuti che dopo aver sfasciato interamente parte del padiglione Salerno stanno continuando da ore a minacciare gli agenti di polizia Penitenziaria in servizio nelle sezioni detentive con i piedi di legno dei tavoli e manici di scope». Per il segretario generale del Sappe, Donato Capece, in Campania la situazione per gli agenti di polizia penitenziaria, sempre di più al centro di aggressioni, è diventata insostenibile. D'accordo Gennarino De Fazio (Uilpa) per il quale è indispensabile introdurre misure che elevino gli standard di sicurezza e correggano le falle nei sistemi custodiali. Mentre l'Uspp (Unione sindacati polizia penitenziaria) con Ciro Auricchio invita il governo a non aspettare «che ci scappino i morti». Sulla stessa falsariga la presa di posizione di Roberto Santini, segretario generale del Si.N.A.P.Pe, per il quale «non è il tempo di allentare i livelli di sicurezza in alcun istituto, né di distrarre attenzione e risorse verso attività ricreative. Siamo stanchi. Le carceri italiane stanno vivendo una recrudescenza di rivolta contro lo Stato pericolosissima». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino