Centro direzionale di Napoli, De Luca si smarca: «L'opera di rilancio tocca al Comune»

Centro direzionale di Napoli, De Luca si smarca: «L'opera di rilancio tocca al Comune»
«Il centro direzionale va rilanciato a prescindere dalla Regione», così il sindaco Gaetano Manfredi replica al presidente Vincenzo De Luca che conferma il...

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«Il centro direzionale va rilanciato a prescindere dalla Regione», così il sindaco Gaetano Manfredi replica al presidente Vincenzo De Luca che conferma il disimpegno dalla cittadella dei grattacieli, dove occupa ben quattro edifici, per trasferire tutti gli uffici della Regione a duecento metri di distanza. Progetto sul quale a oggi pende il veto del Comune, tanto che la conferenza dei servizi di Porta est nella migliore delle ipotesi ripartirà il mese prossimo. E che ci sia preoccupazione dalle parti della Regione lo testimonia il fatto che De Luca per il secondo giorno consecutivo ha martellato sull'argomento dalla sua consueta tribuna su fb del venerdì. Sfilandosi ancora di più dalla questione del Centro direzionale, che senza la Regione si svuoterebbe ancora di più. «Il Centro direzionale va riqualificato e valorizzato, tuteliamo le attività economiche che ci sono ma lì c'è bisogno di altri interventi a cui credo penserà il Comune di Napoli nel ridisegno urbanistico della città». Così il governatore scarica sul sindaco e su Palazzo San Giacomo il problema, come se il Centro direzionale non facesse parte della Campania da lui amministrata. Ma procediamo con ordine a partire ancora una volta dall'ex rettore il cui ragionamento apre a nuovi scenari, atteso che il progetto dell'ex sindaco di Salerno si farà - se si farà visto che ne parla da tre anni e non si è mossa una foglia - sui suoli delle Ferrovie dello Stato. Non un particolare di poco conto perché la partita si gioca sugli indici di fabbricabilità al rialzo chiesti dalle stesse Fs e il sindaco non ne fa un mistero nel dire no.

Parola dunque all'ex rettore su questa materia: «Sugli indici di fabbricabilità - racconta il sindaco - c'è un ragionamento che riguarda l'intero ambito di Gianturco che è partito da tempo. Non ci saranno misure ad hoc per le Ferrovie dello Stato, anche perché quelle volumetrie sono già disponibili in base al Piano regolatore vigente. Il ragionamento sugli indici è di tipo complessivo su Gianturco e non riguarda solo le Fs, ma dipende dai tanti interventi di trasformazione dell'area di Gianturco. Dove ci sono tantissimi imprenditori napoletani e tante realtà produttive che necessitano di interventi. Quella è una delle zone a più grande crescita che comprende anche il Centro direzionale. Perciò faremo un intervento complessivo e non specifico per qualcuno». Manfredi è sul pezzo e sulla questione chiarisce: «Il Centro direzionale rappresenta una risorsa per la città che dobbiamo valorizzare e su cui fare investimenti, perché i suoi problemi prescindono dal tema dell'insediamento della Regione. Oggi la Regione è già presente in quell'area e il Centro direzionale ha grandi problemi. Abbiamo avuto già dei segnali al riguardo. C'era un progetto di espansione del Centro direzionale che non c'è stato perché gli imprenditori hanno rinunciato. E questo ci fa capire che noi dobbiamo intervenire perché c'è la necessità di un intervento di riqualificazione, di cambiamento della vocazione». Con quale metodo Manfredi - dunque - approccerà il futuro del Centro direzionale? È ancora l'ex rettore a Parlare: «Sono fiducioso che si possa lavorare bene e va fatto con Ferrovie dello Stato perché la grande forza del Centro direzionale è la vicinanza con la stazione e, dunque, dobbiamo evitare contrapposizioni e si deve lavorare insieme altrimenti non riusciamo a far crescere quel pezzo di città». In questa cornice De Luca è tornato a parlare di Porta est, l'inutile doppione del Centro direzionale sui suoli delle Fs. Costo del progetto un miliardo tutto finanziato dalla Regione con fondi pubblici. Ma De Luca è irremovibile. «Qualcuno - spiega - aveva pensato al Centro direzionale, ma non c'è alcuna possibilità di avere lì una vera mobilità pubblica. L'area individuata consente invece di raggiungere gli uffici su ferro o gomma pubblica, e prevede anche l'ingresso dall'autostrada». 

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Il Mattino