«I dirigenti del partito sono a conoscenza che la federazione nazionale dei Verdi sta per approvare un codice etico che prevede anche l'inopportunità di...
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Parola a Buono che giustifica così il suo operato: «Faccio l'imprenditore da molti decenni e, a partire dal 2011, nel settore della somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. Nel merito dell'articolo mi chiedo: dove sarebbe il conflitto d'interessi in relazione al mio mandato di consigliere comunale? Come imprenditore non ho mai chiesto né sono stato mai beneficiario di contributi o finanziamenti pubblici o altro tipo di vantaggi». Per la cronaca, come si evince dalla visura camerale, la data di apertura di un bar che fa capo alla Arcami in piazza Immacolata è il 17 febbraio di quest'anno. Poi Buono ammette: «Se ora una norma valida su tutto il territorio nazionale, varata per supportare gli imprenditori del settore nella Fase 2 dell'Emergenza Covid 19, sarà applicabile anche all'attività rilevata dalla società di cui posseggo solo una quota di minoranza (10%), si profila forse un conflitto d'interessi?». Un altro passaggio dello sfogo del consigliere comunale è molto significativo e aiuta a capire l'effettivo ruolo degli eletti del popolo: «Quale ruolo di controllo rispetto alle attività in esame esercita poi un consigliere comunale seppure nell'esercizio del mandato?». Caiazza, che nella vita fa l'avvocata precisa: «Non sono mai stato destinatario di alcuna sanzione personale comminata dalla Federazione nazionale o regionale dei Verdi e non sono mai stato costretto alle dimissioni da consigliere comunale di Melito». Caiazza al riguardo puntualizza: «Anzi, le ho rassegnate l'8 agosto del 2019 in totale autonomia, con estrema convinzione e dinanzi allo stupore generale dei vertici regionali del mio partito che, al mio annuncio dato in occasione di una riunione svoltasi a metà luglio di quell'anno, nel chiedermi le motivazioni mi invitavano a meglio rifletterci». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino