Consiglieri in società a Napoli, i Verdi: «Inopportuno, rischiano l'espulsione»

Consiglieri in società a Napoli, i Verdi: «Inopportuno, rischiano l'espulsione»
«I dirigenti del partito sono a conoscenza che la federazione nazionale dei Verdi sta per approvare un codice etico che prevede anche l'inopportunità di...

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«I dirigenti del partito sono a conoscenza che la federazione nazionale dei Verdi sta per approvare un codice etico che prevede anche l'inopportunità di costituire società a fini di lucro tra consiglieri comunali e dirigenti del partito a meno di non dimettersi dalle cariche politiche ed istituzionali». Così Angelo Bonelli il coordinatore nazionale dei Verdi e commissario del partito in «Campania. Bonelli si riferisce alla notizia pubblicata da Il Mattino in merito a una società - la Arcami - composta tra gli altri da Stefano Buono (assieme al fratello) e Marco Gaudini consiglieri comunali a Napoli a sostegno della giunta de Magistris - e Lello Caiazza ex consigliere comunale di Melito sempre dei Verdi dimessosi dall'assemblea cittadina del comune a nord di Napoli dopo che la moglie fu nominata amministratore unico di Armena dal sindaco Luigi de Magistris a giugno dell'anno scorso. Nella sostanza uno dei temi è quello del conflitto di interessi, di qui «l'inopportunità. Torniamo a Bonelli che segue da vicino le vicende del partito a Napoli: «Come commissario dei Verdi della Campania - si legge ancora nella nota - sono stupito. D'intesa con i portavoce nazionali Elena Grandi e Matteo Badiali, gli esponenti dei Verdi che hanno dato vita a questa società pochi mesi fa, dovranno dare delle spiegazioni e sulla base delle loro risposte l'esecutivo nazionale sarà chiamato a prendere decisioni». Bonelli è incredulo e spiega ancora: «Proprio nei giorni in cui si concludeva il provvedimento disciplinare nei confronti di Stefano Buono, con un richiamo ai sensi del regolamento dei Verdi per la vicenda relativa alla riunione tra i consiglieri comunali con l'audio rubato, veniva costituita la società». Per il coordinatore nazionale «già dalla prossima settimana gli esponenti dei Verdi che hanno costituito la società sono chiamati a dare delle risposte e sulla base di queste la federazione valuterà di adottare le opportune decisioni anche perché la priorità dei rappresentanti del Sole che Ride non è quella di costituire società ma di lavorare nella difesa del territorio e dei cittadini. Chiediamo inoltre al sindaco de Magistris di avviare una verifica con lo scopo di chiarire quanto accaduto». Insomma, i Verdi fanno sul serio e al sindaco chiedono addirittura una verifica politica che, nella sostanza, significa di non mettere in giunta Gaudini perché il partito non lo riconoscerebbe come suo esponente.


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Parola a Buono che giustifica così il suo operato: «Faccio l'imprenditore da molti decenni e, a partire dal 2011, nel settore della somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. Nel merito dell'articolo mi chiedo: dove sarebbe il conflitto d'interessi in relazione al mio mandato di consigliere comunale? Come imprenditore non ho mai chiesto né sono stato mai beneficiario di contributi o finanziamenti pubblici o altro tipo di vantaggi». Per la cronaca, come si evince dalla visura camerale, la data di apertura di un bar che fa capo alla Arcami in piazza Immacolata è il 17 febbraio di quest'anno. Poi Buono ammette: «Se ora una norma valida su tutto il territorio nazionale, varata per supportare gli imprenditori del settore nella Fase 2 dell'Emergenza Covid 19, sarà applicabile anche all'attività rilevata dalla società di cui posseggo solo una quota di minoranza (10%), si profila forse un conflitto d'interessi?». Un altro passaggio dello sfogo del consigliere comunale è molto significativo e aiuta a capire l'effettivo ruolo degli eletti del popolo: «Quale ruolo di controllo rispetto alle attività in esame esercita poi un consigliere comunale seppure nell'esercizio del mandato?». Caiazza, che nella vita fa l'avvocata precisa: «Non sono mai stato destinatario di alcuna sanzione personale comminata dalla Federazione nazionale o regionale dei Verdi e non sono mai stato costretto alle dimissioni da consigliere comunale di Melito». Caiazza al riguardo puntualizza: «Anzi, le ho rassegnate l'8 agosto del 2019 in totale autonomia, con estrema convinzione e dinanzi allo stupore generale dei vertici regionali del mio partito che, al mio annuncio dato in occasione di una riunione svoltasi a metà luglio di quell'anno, nel chiedermi le motivazioni mi invitavano a meglio rifletterci».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino