Sono per la prima volta in crescita, dalla fine del lockdown, i casi di contagio da Covid-19 in Campania: un dato che si evince dal conteggio dei tamponi risultati positivi in un...
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In questo scenario disegnato dai freddi numeri in Campania crescono, in numero e dimensione, i focolai: dopo quelli di comunità, a prevalente componente straniera, (Mondragone, Scampia e ora Villa Literno) ne emergono altri, meno omogenei e più difficili da circoscrivere. «Cluster legati agli spostamenti turistici e ai comportamenti sociali tipici del periodo estivo - avverte Rodolfo Conenna, direttore sanitario dell’azienda dei Colli (Cotugno, Cto, Monaldi) - collegati alle numerose occasioni di incontro di questo periodo di intensa socialità sebbene vissuta all’aria aperta. Occasioni e situazioni organizzate con scarsa o nulla attenzione alle precauzioni consigliate e regolate per legge ai fini della profilassi come l’uso di mascherine, il distanziamento di un metro e il frequente lavaggio delle mani». A far saltare gli argini della prevenzione sono spesso gli assembramenti di cui sono protagonisti i giovani, in teoria più resistenti al contagio e più protetti dalle conseguenze di un’eventuale infezione ma capaci di diventare da asintomatici, diffusori delle infezioni alle altre categorie più fragili sia in ambito amicale sia familiare. «Il profilo dell’epidemia e la diffusione del virus segue i comportamenti delle persone - conclude Conenna - durante il lockdown i focolai e i contagi erano prevalentemente intrafamiliari, domestici per l’isolamento domiciliare, e ospedalieri, confinati negli unici luoghi in cui vi erano contatti prolungati. Adesso sono variegati, incrociati tra quelli di comunità e quelli frutto della socialità. Un andamento che ci accompagnerà durante tutta l’estate per poi riprendere su altri fronti a settembre e ottobre quando diventeranno luoghi di scambio le scuole, i teatri, i concerti al chiuso, le discoteche che ci riporteranno alla dimensione comunitaria e familiare».
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I focolai di Pisciotta e il Cilento dunque, specchio e conseguenza degli intensi spostamenti per le vacanze e delle occasioni conviviali degli adulti e di divertimento notturno della movida giovanile. «La fase attuale è ancora quella degli asintomatici - aggiunge Alessandro Perrella, infettivologo del Cardarelli, componente dell’Unità di crisi - abbiamo aperto le frontiere al mondo e le persone di muovono trasportando inevitabilmente il virus che arriva anche da paesi che non hanno mai praticato il lockdown e che hanno un diverso profilo epidemico. Dobbiamo riflettere ed essere attenti. Esse consapevoli dei rischi e proteggerci. I sintomatici sono pochi e quelli gravi pochissimi rispetto a quello che vedevamo a febbraio o marzo. Del resto una pandemia non è un’emergenza di poco conto. Gli asintomatici sono meno infettivi ma in determinate condizioni legate a maggiore esposizione e a distanza ravvicinata se non non utilizzano la mascherina sono rischiosi». Intanto dei 14 casi registrati ieri in Campania 5 o 6 provengono da Pozzuoli, probabilmente legati all’infermiera asintomatica dell’ospedale Santa Maria delle Grazie ritrovata nei giorni scorsi positiva al virus ma che non mostra, a distanza di molti giorni, alcun segno sierologico perdurando una strana negatività agli anticorpi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino