Elezioni a Napoli, è bufera su Manfredi dopo la candidatura della figlia del leghista

Elezioni a Napoli, è bufera su Manfredi dopo la candidatura della figlia del leghista
«Lavorerò in piena autonomia», rassicura, un po' stizzito, Manfredi rispondendo ad una lettera aperta firmata dal senatore Sandro Ruotolo e dallo scrittore...

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«Lavorerò in piena autonomia», rassicura, un po' stizzito, Manfredi rispondendo ad una lettera aperta firmata dal senatore Sandro Ruotolo e dallo scrittore Maurizio De Giovanni che chiedono di rassicurazioni rispetto alle pressioni dei partiti. Eppure i due, tanto per capirci, sono suoi sostenitori della prima ora con il manifesto-appello di «Mille colori». Motivo dello scontro? L'inserimento in lista della figlia di Enzo Moretto, leghista, nella lista Azzurri per Napoli che sostiene l'ex ministro. Motivo di scontro già ad agosto e mai sopito nonostante le rassicurazioni di Manfredi di non inserire il consigliere uscente, ex Msi tra l'altro. Ma alla fine, come nelle migliori tradizioni, spunta la figlia in corsa («Non è un bel vedere», attaccano). 

La candidatura di Vincenzo Moretto «nella lista dei transfughi del centrodestra che non si riconosce nelle leadership di Meloni e di Salvini, ci sembrava incompatibile con i nostri valori, primo tra tutti l'antifascismo. Nell'immediatezza della nostra presa di posizione, siamo stati rassicurati dalle dichiarazioni pubbliche della segreteria di Manfredi. Ma nella notte della presentazione delle liste è comparso ed è rimasto il nome della figlia di Vincenzo Moretto. Non è un bel vedere una politica dove si alternano le dinastie. E non riguarda solo la candidatura Moretto. Abbiamo bisogno di definire il perimetro della coalizione. Tutti dentro - scrivono i due - è un rischio se non sono chiari valori e obiettivi, programmi e schieramenti». Per questo chiedono pubblicamente «a Manfredi un impegno forte e pubblico che giunta e nomine siano effettuate in piena autonomia, di grande competenza e di limpida storia, sottratte ad ogni ingerenza, al manuale Cencelli, alle oscure motivazioni e sotto la sua unica e diretta responsabilità. Abbiamo bisogno che la città venga ricostruita. Ma per noi è fondamentale lasciarci alle spalle gli arnesi della vecchia politica». 

Non tarda ad arrivare la risposta, sempre in maniera pubblica, dell'ex rettore che sembra un po' stizzito dalle accuse. Nonostante il giorno di Ferragosto è proprio Manfredi, attraverso la sua segreteria politica, a diramare una nota contro il consigliere leghista. «È impossibile che Vincenzo Moretto sia un candidato del centrosinistra a Napoli. Né si capisce perché continui ad accreditarsi come tale. Il suo nome, infatti, non compare nella lista di potenziali candidati della lista Azzurri per Napoli», è la replica tranchant in cui quasi si accusa Moretto di intorpidire le acque. Poi però nella lista ecco comparire la figlia di Moretto. «A Napoli la sfida è tra noi - antisovranisti, antirazzisti, europeisti e anche sì-vax e loro, che da questi valori si tengono lontani. Tanto è vero che tutti i nostri candidati, e sottolineo tutti, hanno già sottoscritto la dichiarazione che vi premurate di chiedere. Il che certifica, appunto, l'adesione a questi valori non emendabili», premette Manfredi che aggiunge: «La vostra accusa, rivolta a una singola candidata che negherebbe tali valori, non trova alcun riscontro nella realtà. Infatti, come tutti gli altri candidati, lei ha già dichiarato di essere antisovranista, antirazzista ed europeista, né sulla sua storia personale pesano ombre di alcun tipo». Poi la replica di Manfredi a Ruotolo e De Giovanni assume toni più diretti: «Parlate di potenziali ingerenze partitiche, del pericolo di applicare il manuale Cencelli, del ritorno di vecchi arnesi della politica. Vi ricordo sommessamente che, tra noi, il primo non politico sono io. La mia storia personale e professionale qualcosa raccontano. Tuttavia, il mio atto d'amore per la città non va scambiato per ingenuità. Da sindaco opererò in piena autonomia».

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Il Mattino