Elezioni a Nola, parata di big nella città di Manfredi ma l’asse Pd-M5S trema

Elezioni a Nola, parata di big nella città di Manfredi ma l’asse Pd-M5S trema
Un architetto, Maurizio Barbato, contro un magistrato, Carlo Buonauro, due ex compagni di liceo che ora, alla soglia dei 50 anni, si contendono la fascia tricolore nella...

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Un architetto, Maurizio Barbato, contro un magistrato, Carlo Buonauro, due ex compagni di liceo che ora, alla soglia dei 50 anni, si contendono la fascia tricolore nella città di Gaetano Manfredi. Sono i due favoriti in una competizione a tre dove corre anche Raffaele Parisi, ex consigliere comunale.

Piazza importante Nola, alla quale si guarda con attenzione soprattutto perché è la città del sindaco di Napoli, che ieri è stato costretto dal Covid a collegarsi da remoto con il palco di piazza Giordano Bruno dove il giudice del Tar, sostenuto da Pd e M5s e da quattro civiche, ha chiuso la campagna elettorale. In piazza c’era invece il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che a Nola nelle ultime settimane è stato già altre due volte per tirare la volata a Buonauro sulla cui vittoria avrà puntato molto, visto che domenica scorsa ha preso parte a una convention organizzata in un bar della frazione Piazzolla per accogliere il leader dei grillini Giuseppe Conte, notoriamente suo avversario interno. 

Tant’è, nella città che torna al voto dopo la traumatica fine dell’esperienza di Gaetano Minieri, eletto nel 2019 e mandato a casa la scorsa primavera dalle dimissioni di tredici consiglieri comunali tra i quali anche l’esponente del M5s, il movimento che però ha preferito aggiungersi ai cocci dell’amministrazione uscente che ora gareggia sotto l’insegna di Carlo, figlio dello scomparso Luigi Buonauro, sindaco quando ancora non c’era l’elezione diretta.

Minieri, ingegnere e imprenditore del wedding, non è stato riconfermato, al suo posto è stato preferito il magistrato, già candidato lo scorso anno al consiglio comunale di Napoli in una lista a sostegno di Gaetano Manfredi, e ora «benedetto» dall’alleanza giallorossa che al suo fianco ha schierato una parata di big: i fratelli Gaetano e Massimiliano Manfredi, il ministro Di Maio, i consiglieri regionali Bruna Fiola e Mario Casillo (Pd), Gennaro Saiello, Luigi Iovino e Valeria Ciarambino (M5s) e pure Giovanni Mensorio, consigliere regionale di Centro Democratico nella cui lista Buonauro era candidato a Napoli. 

Strategia differente quella scelta da Maurizio Barbato, l’architetto sostenuto da quattro liste civiche dove convivono espressioni del centrodestra, del centrosinistra e di liste che alle ultime elezioni hanno sostenuto il governatore della Campania Vincenzo De Luca che, forse anche per questo, si è tenuto a debita distanza dalla città dei Manfredi. Barbato ieri ha chiuso in piazza Marco Clodio Marcello. Sul palco però nessun big, nonostante a sostenerlo non manchino politici che rivestono ruoli nazionali e regionali. È il caso del deputato di Forza Italia Paolo Russo, oppure dei consiglieri regionali di maggioranza Giuseppe Sommese (Azione), Francesco Iovino (Italia Viva), Felice Di Maiolo (Fare Democratico) e quella di opposizione Carmela Rescigno (Fratelli d’Italia). Ma nessuno di questi simboli campeggia nelle quattro liste della coalizione «Nola domani» che ha abbracciato il progetto di Maurizio Barbato. 

Non è detto che ci saranno i tempi supplementari perché la partita potrebbe anche chiudersi al primo turno. Una partita giocata su un campo dall’erba appassita come l’entusiasmo dei cittadini che hanno mostrato complessivamente scarso interesse alla gara. D’altra parte un segnale di apatia era già arrivato con la difficoltà nella individuazione degli aspiranti consiglieri comunali. Alcune liste sono anche incomplete, e sono presenti numerosi candidati residenti in altri Comuni. 

A stare a guardare è una città dilaniata dalle ultime vicende politiche con due sindaci mandati a casa prima del tempo, un dissesto finanziario che ha prodotto l’aumento delle tasse e la riduzione dei servizi, l’ombra di inchieste giudiziarie su presunti reati edilizi e soprattutto un declino sociale, culturale ed economico che ora il nuovo sindaco avrà il duro compito di fermare e anche presto. 

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Il Mattino