In manette esecutori e mandanti di un omicidio e di una lupara bianca. Nel corso di un blitz scattato all’alba di oggi, gli agenti Squadra Mobile di Napoli,...
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Dario Amirante, 26 anni, Emanuele De Stefano 26 anni, Angelo Gambino, 24 anni, Renato Napoleone, 36 anni, Roberto Rosica, 24 ammo, Francesco Paolo Russo, 27 anni, e Francesco Tubelli, 50 anni. I poliziotti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal Gip di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Anti mafia di Napoli, per concorso in omicidio e tentato omicidio. Le indagini, svolte con la collaborazione di alcuni pentiti che hanno trovato riscontro nelle intercettazioni ambientali - tra queste il sonoro dell’omicidio in diretta di Andrea Castiello, fatto inginocchiare e ucciso con un colpo di pistola alla nuca, sotto i piloni dell’Asse Mediano, tra Melito e Casandrino – hanno consentito agli inquirenti di determinare il movente e il ruolo avuto degli arrestati di questa mattina, nei due fatti di sangue. Il movente è quello di una faida interna degli scissionisti, tra i “ melitesi” ( quelli finiti in manette) e i “maranesi” ( le due vittime, fedelissimi di Mariano Riccio, genero di Cesare Pagano con Raffaele Amato, detto “ Lello ‘o spagnuolo”, capi indiscussi degli scissionisti e acerrimi nemici di Paolo Di Lauro).
Quelli di Melito, non sopportavano i ruoli di primo piano che Mariano Riccio aveva deciso per i “maranesi”, che di fatto finivano per ridimensionare e non poco, i “ melitesi”. Che al momento opportuno hanno servito una fredda vendetta. Un paio di mesi dopo la cattura di Mariano Riccio, i “ melitesi” aprirono una spietata caccia all’’uomo con incursioni armate, azioni violente in pieno giorno nel centro di Melito e di Mugnano, unitamente all’organizzazione di vere e proprie trappole tese a tradimento in cui sono cadute le vittime degli omicidi ricostruiti nell’ordinanza cautelare.
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Il Mattino