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Minacciava, picchiava e vessava malcapitati fino a terrorizzarli, rendendogli di fatto la vita impossibile. Un atteggiamento che però gli è costato caro perché due delle sue vittime alla fine, dopo botte e minacce, hanno deciso di denunciarlo e di assicurarlo alla giustizia. In manette è finito Domenico Di Nardo, 38 anni, ritenuto affiliato al clan Mallardo, gravemente indiziato dei reati di estorsione, rapina e detenzione illegale di armi, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
L'operazione, eseguita dai carabinieri di Giugliano guidati dal capitano Andrea Coratza, si è svolta nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Il gregario del clan, con l'aiuto di due complici, è arrivato a sottrargli, dopo aver fatto irruzione nel suo domicilio arrampicandosi dai balconi adiacenti, un televisore e due telefoni cellulari, oltre a 400 euro in contanti. Ma non è finita qui. Alle resistenze del migrante, che viveva legittimamente in una casa acquistata con suoi risparmi, decide di chiuderlo a chiave in uno sgabuzzino del circolo di via Casacelle. Lì lo picchia ferocemente con una mazza di ferro ed esplode sul pavimento dei colpi di arma da fuoco. Il cittadino pachistano a quel punto terrorizzato è stato costretto a lasciare la sua casa e non ha potuto mai più farvi ritorno. Ogni volta che ci provava, anche per recuperare i suoi vestiti, veniva minacciato a suon di botte dai complici di Di Nardo.
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