Il gay pride è solo in cantiere ma la Chiesa già si spacca

Il gay pride è solo in cantiere ma la Chiesa già si spacca
C'è la richiesta ufficiale con tanto di invio di mail pec da parte dell'associazione Arcigay di Torre Annunziata. C'è la volontà da parte...

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C'è la richiesta ufficiale con tanto di invio di mail pec da parte dell'associazione Arcigay di Torre Annunziata. C'è la volontà da parte dell'amministrazione comunale di concedere il nulla osta previa discussione in consiglio comunale e in seno alla giunta guidata dal sindaco Vincenzo Ascione. C'è già la data con tanto di richiesta di partecipazione da tutta Italia: 20 giugno 2020. Esattamente l'estate prossima. Il gay pride edizione 2020 è al momento soltanto in cantiere, ma per la città è già un evento prossimo, come quello tenutosi nella scorsa edizione a Pompei, e che suscitò non poche polemiche. È bastato che la notizia circolasse con insistenza da un capo all'altro della città oplontina, che dalla zona nord alla zona sud è già partito il conto alla rovescia con inevitabili contrasti tra chi approva e chi invece non vorrebbe l'evento.


 

LA POLEMICA
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno anche nel mondo della chiesa locale. E qui, ovviamente l'aspetto si veste di tutta la delicatezza del caso. Nel mondo ecclesiale oplontino, c'è chi è favorevole, chi è contrario, e chi preferisce semplicemente non esprimersi: «Non si tratta dice don Ciro Cozzolino, parroco della Santissima Trinità e referente territoriale dell'associazione Libera- di essere favorevoli o contrari, per il semplice motivo che se si è deciso la manifestazione si svolge. Si tratta di vedere in che maniera una manifestazione del genere può essere assorbita dalla città. Da referente dell'associazione Libera, alla quale aderisce anche l'Arcigay, posso dire che la nostra associazione come è accaduto per altre manifestazioni sarà presente all'evento. Da sacerdote continua don Ciro è ovvio e scontato che io mi adegui al pensiero di Papa Francesco. Auspico il dialogo e sono contro ogni forma di omofobia e discriminazione di genere. Mi auguro che l'evento sia una occasione di dialogo e di confronto costruttivo perché quando le persone si parlano diventa tutto più facile».

Chi invece non le manda a dire sull'argomento è il rettore della Basilica della Madonna della Neve, monsignor Raffaele Russo: «In una società sempre più disorientata attacca - la Chiesa non può stare piu a guardare, né prendere le distanze da ciò che non scorre più nel suo verso, ma deve calarsi nella storia per intercettare con amore e discernimento nel rispetto delle diversità questa transizione per conoscere i termini essenziali delle nuove problematiche di vita, come quella dell'omosessualità, affinché si possa tessere un rapporto positivo tra Vangelo e cultura. La Chiesa cattolica - continua il sacerdote - è attenta alle discriminazioni che possono subire i diversi, e gli omosessuali, al contempo però, esprime il dissenso a qualunque riconoscimento pubblico delle unioni tra persone dello stesso sesso, posizione peraltro ribadita da alcuni documenti dell'allora cardinale Ratzinger. Attenzione ammonisce in gioco non vi è un giudizio morale su certi comportamenti. La chiesa cattolica ha rispetto e amore verso tutti gli individui con attrazione per lo stesso sesso. Ma è evidente che un argomento come questo non deve essere assolutamente strumentalizzato».
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Il Mattino