Maxi incendio di rifiuti nel Napoletano, indagato il patron dell'azienda di riciclo

Maxi incendio di rifiuti nel Napoletano, indagato il patron dell'azienda di riciclo
Svolta nell'inchiesta aperta dalla Procura di Napoli Nord per accertare le cause e i colpevoli dell'incendio di migliaia di tonnellate di plastica e legno stoccate nel...

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Svolta nell'inchiesta aperta dalla Procura di Napoli Nord per accertare le cause e i colpevoli dell'incendio di migliaia di tonnellate di plastica e legno stoccate nel piazzale dell'azienda «Di Gennaro Spa» di Caivano, la piattaforma per il recupero del multi materiale da riciclare più grande del meridione, sotto sequestro dal 26 luglio. Ieri mattina i carabinieri della compagnia di Casoria, diretta dal capitano Francesco Filippo, che ha coordinato i militari della forestale e i carabinieri della tenenza di Caivano, hanno notificato a Giuseppe Di Gennaro, presidente della società, un avviso di garanzia per incendio colposo. Stesso provvedimento anche per altre persone, il cui numero è coperto dal riserbo degli inquirenti, direttamente coinvolte a vario titolo e con specifiche responsabilità nella catena di comando per la gestione della piattaforma.

 
I carabinieri non si sono però limitati solo alla notifica dell'avviso di garanzia, disposto dai pubblici ministeri Patrizia Dongiacomo e Fabio Sozio, che conducono le indagini coordinati dall'aggiunto Domenico Airoma della Procura di Napoli Nord diretta da Francesco Greco. I magistrati hanno anche disposto perquisizioni sia negli uffici della direzione della «Di Gennaro Spa» che nelle abitazioni dei destinatari degli avvisi di garanzia. Sequestrati computer aziendali, pc privati tablet e cellulari degli indagati. Gli investigatori ritengono che attraverso le analisi informatiche sui dispositivi si possa arrivare ad alcune risposte significative. Va innanzitutto stabilito il perché dell'intasamento del materiale già lavorato e stoccato sul piazzale da circa un anno, circostanza accertata nel 2017 dai carabinieri forestali che constatarono diverse violazioni sulla sicurezza e sulle misure anti-incendio; e bisogna anche verificare se le prescrizioni date dei militari siano siate poi rispettate.

Il maxi-rogo di Caivano liberò in una vasta area circostante una quantità di diossine superiori tre volte al limite fissato dalla legge. Sul disastroso evento gli inquirenti avrebbero già un quadro abbastanza delineato, formato nel corso di tre mesi di attività investigative, supportate dalle perizie degli esperti nominati dai magistrati. In Procura la sensazione è quella di poter chiudere la prima fase delle indagini in tempi relativamente brevi. Poco prima di mezzogiorno del 26 luglio le sirene antincendio del polo industriale di Pascarola, frazione di Caivano, lacerarono l'aria segnalando le fiamme in corso, nel piazzale di stoccaggio della «Di Gennaro Spa». Poco prima, le telecamere di videosorveglianza del sito avevano inquadrato tre persone che si muovevano tra le grosse balle di plastica, legno, e sovvallo scarto della lavorazione che finisce in discarica e che forse non doveva essere li. Le fiamme si sarebbero sviluppate su più fronti, secondo quanto hanno stabilito i vigili del fuoco, seguendo un metodo «scientifico» in modo tale da rendere impossibile spegnere l'incendio in tempi brevi.


Di fronte a quello scempio ambientale, il presidente dell'azienda Giuseppe Di Gennaro che nel 2008 ottenne il premio come «Impresa di eccellenza nell'innovazione e nella tradizione del territorio», conferito dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, su segnalazione dell'Unione industriali parlò di una regia criminale, di tempi lunghi del Conai per lo smaltimento del prodotto lavorato e per il sovvallo, circostanze queste che aveva comunicato al Conai qualche giorno prima. L'incendio fu spento solo dopo quattro giorni di durissimo lavoro dei pompieri e degli stessi operai dell'azienda. Di «modello zingari» parlarono gli inquirenti, anche perché questa ultima estate ha fatto registrare incendi simili e in strutture simili a Casalduni, Bellona e la stessa Caivano. Un rogo ci può stare, due forse; ma tre nello stesso mese sono la prova evidente di una accorta regia, sulla cui natura e sui cui interessi, sta facendo chiarezza la Procura di Napoli Nord. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino