CASANDRINO. Blitz dei carabinieri in una fabbrica di giacche per donna: sequestrati macchinari; denunciato il titolare dell’opificio, un cittadino del Pakistan. Uno dei...
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Il blitz finalizzato al contrasto dello sfruttamento di manodopera clandestina ed alla verifica dell’applicazione delle norme per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, ha portato alla luce una situazione agghiacciante. In un locale di 140 mq erano stipate macchine per cucire, dove lavoratori producevano a ritmi incessanti giacche per donna.
Quando i militari hanno fatto irruzione nel locale, i “dipendenti” hanno tentato la fuga. Alcuni sono stati subito bloccati, mentre altri sono scappati sui tetti, inseguiti come nei migliori film d’azione, dalle forze dell’ordine. Uno di questi, dal lastrico solaio, ha trovato rifugio nell’abitazione di una signora. La sua fuga però è stata notata dei militari che lo hanno fermato. Tutti sono stati identificati, una dozzina i dipendenti dell’opificio, lavoravano in nero. Il titolare dell’azienda, un cittadino pakistano, residente a Casandrino, è stato denunciato a piede libero.
Diverse gli addebiti contestati. Il locale, (sulla cui destinazione d’uso sono in corso accertamenti) in affitto e, con contratto, è stato posto sotto sequestro. Così come sono stati messi i sigilli a tutte le macchine per cucire ed all’impianto per la produzione di abiti. Mentre l’imprenditore, di nazionalità pakistana, ma residente a Casandrino, si è visto notificare sanzioni penali per un totale di 275.753,60 euro. Contestati anche illeciti amministrativi per più di 40.000 euro.
Oltre naturalmente una denuncia a piede libero perché impiegava manodopera clandestina e perché costringeva i suoi dipendenti a lavorare in condizioni di scarsa igiene e sicurezza.
Il Mattino