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Stop all’illuminazione di parchi e monumenti durante la chiusura; installazione di sensori di presenza e di luminosità negli uffici del Municipio; messa in esercizio degli impianti fotovoltaici già in essere su edifici comunali e attualmente non utilizzati; completa copertura del servizio illuminazione con lampade a led. Sono alcuni dei tredici punti contenuti nel documento redatto dalla task force comunale contro il caro energia, nominata dal sindaco Gaetano Manfredi e coordinata dall’ex rettore dell’Università del Sannio Filippo De Rossi.
Sulle ipotesi di lavoro suggerite dagli esperti lavorerà in questo fine settimana l’ex ministro, che ha intenzione a stretto giro di avviare un doppio piano: «Ci sono alcune cose che possiamo fare nell’immediato e che riguardano l’organizzazione interna del lavoro dell’ente - ha spiegato Manfredi, al termine dell’incontro di ieri mattina a Palazzo Santa Lucia - e poi altri aspetti a lungo termine, che man mano andremo a pianificare». L’obiettivo di Palazzo San Giacomo è contenere i costi, in attesa della stangata senza precedenti in arrivo per luce e gas. Lo ha detto senza mezzi termini l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta: «Abbiamo un incremento stimato al momento di oltre il 60 per cento di costi maggiorati rispetto allo scorso anno». Con un aggravio di 25 milioni di euro. «Sul nostro bilancio comunale peserà in maniera rilevantissima l’ondata del caro energia».
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Cosa prevede il tavolo dei saggi? «Interventi organizzativi del lavoro all’interno degli edifici dove si svolgono funzioni primarie o derivate gestite dal Comune».
Tra le indicazioni che passeranno al vaglio di sindaco e giunta: la «verifica della fattibilità e dell’opportunità di procedere allo spegnimento dell’impianto di illuminazione dei parchi urbani durante la chiusura degli stessi e di monumenti»; organizzare corsi di formazione per i comunali; e avviare una campagna di «comunicazione diretta a scuole e cittadinanza circa i principi dell’uso razionale dell’energia». Proprio sulla scuola c’è poi un capitolo a parte. Sulla base delle ultime disposizioni previste dal ministero della Transizione ecologica, guidato da Roberto Cingolani, gli edifici scolastici della città di Napoli - che rientra nella zona climatica C - dovranno adeguarsi alle misure di contenimento previste a livello nazionale. Tre in particolare le limitazioni che saranno introdotte ad eccezione di nidi, ospedali e case di riposo. La temperatura negli ambienti potrà raggiungere i 19 gradi, fino ad un massimo di 21; il numero di utilizzo giornaliero sarà di massimo 9 ore mentre il periodo di riscaldamento verrà ridotto dal 22 novembre al 23 marzo. Bisognerà partire dalla piccole cose: basti pensare a tutte le sedi comunali, Municipalità in primis, nelle quali le luci e i pc restano accesi in maniera perpetua. Andrebbero spenti gli interruttori generali dei vari piani, razionato l’utilizzo dei condizionatori caldo-freddo, e immaginato un corposo intervento sui 267 impianti semaforici della città.
Il Mattino